Il vaccino anti-Coronavirus in Inghilterra, come nel resto del mondo, ancora non c’è, ma già si è iniziato a discutere di come porre le farmacie territoriali sullo stesso piano dei medici di base, non appena partirà la campagna vaccinale.

Nel Regno Unito le farmacie sono pronte per il vaccino anti-Coronavirus: si sta già discutendo del ruolo che potranno svolgere quando comincerà la campagna vaccinale. I farmacisti inglesi, infatti, diversamente da quelli italiani, da anni possono somministrare il vaccino antinfluenzale direttamente in farmacia.

I colleghi inglesi partono da una posizione di vantaggio rispetto a noi, dato che da anni possono somministrare il vaccino antinfluenzale direttamente in farmacia, peraltro battendo quest’anno ogni record di somministrazioni rispetto agli anni precedenti.

Come riporta Chemist & Druggist, già da alcune settimane sono partite le negoziazioni tra il Psnc, l’organismo che rappresenta gli interessi delle farmacie territoriali, e il Servizio sanitario e il ministero della Salute. Motivo delle discussioni? Il ruolo delle farmacie quando partirà la campagna vaccinale nel 2021. Programmare per tempo, si sa, è garanzia di successo, e l’intero sistema sanitario inglese non vuole farsi cogliere impreparato, quando si tratterà di fare l’operazione sanitaria più difficile mai eseguita da un servizio sanitario pubblico: la vaccinazione sincronica di decine e decine di milioni di persone.

Il referente del ministero della Salute, Matt Hancock, ha già dichiarato, il 10 novembre scorso, che il National Health Service (Nhs) è pronto per la sfida epocale del vaccino anti-Covid-19, così come lo sono i medici di base, mentre le trattative con le farmacie sono già state intavolate, in quanto i presidi farmaceutici avranno, in questo contesto, “un ruolo molto importante da giocare”.

Le farmacie avranno un ruolo di supporto rispetto alla vaccinazione, che riconoscerà agli ambulatori medici il ruolo prioritario.

Le modalità pratiche di vaccinazione, secondo fonti ufficiali, saranno stabilite a livello locale e le farmacie avranno un ruolo di supporto rispetto alla vaccinazione, che riconoscerà agli ambulatori medici il ruolo prioritario.

Tuttavia, non tutti gli ambulatori medici, al pari delle farmacie, avranno la possibilità di essere pienamente coinvolti, data la necessità di rispettare una serie di requisiti tecnici (tra i quali la conservazione del vaccino Pfizer a -70°, -80°). A ogni modo, si lavora alacremente, tanto da avere già pensato all’onorario per chi somministrerà il vaccino. Secondo Bma, l’Associazione dei medici inglesi, i medici di medicina generale riceveranno un onorario di 12,58 sterline (in pratica 14,10 euro) per ognuna delle due dosi da somministrare. Si attendono ora i dettagli dell’accordo che le farmacie riusciranno a raggiungere per poter offrire il medesimo servizio all’interno dei propri presidi. (ML)

Di vaccini e farmacia in Italia abbiamo parlato di recente qui.