Recovery Plan e Ssn: le proposte dei farmacisti
I farmacisti hanno avanzato le loro proposte sul Recovery Plan e sulle opportunità che potranno venirne per il rinnovamento del Ssn e del sistema salute italiano. Le posizioni della Federazione degli Ordini dei farmacisti sul “Piano nazionale di ripresa e resilienza” sono state infatti espresse ieri dal vicepresidente, senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, nel corso dell’audizione alla XII Commissione Affari sociali della Camera dei deputati.
Le proposte dei farmacisti sul Recovery Plan sono state presentate alla XII Commissione Affari sociali della Camera dal senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, vicepresidente di Fofi: il rinnovamento del Ssn non può prescindere dalla valutazione del ruolo del farmacista.
“Il Piano rappresenta -ha detto D’Ambrosio Lettieri- una grande opportunità per avviare il rinnovamento del Servizio sanitario nazionale e della governance del sistema salute nel suo complesso”. Un rinnovamento che, precisa il vicepresidente della Fofi, “non può prescindere dalla valutazione del ruolo del farmacista e delle farmacie di comunità e ospedaliere”.
Il riassetto della Sanità, infatti, deve avere come idea guida la prossimità, da raggiungere “avvalendosi della rete capillare delle farmacie strutturate come presidio polifunzionale”.
Mandelli, presidente di Fofi: le nostre proposte sono basate “su un’analisi puntuale delle criticità che da tempo caratterizzano la sanità italiana e che sono state drammaticamente esacerbate dalla pandemia. In questo scenario la nostra professione può dare un apporto significativo”.
Le proposte presentate dalla Fofi -ha detto il presidente Andrea Mandelli– sono basate “su un’analisi puntuale delle criticità che da tempo caratterizzano la sanità italiana e che sono state drammaticamente esacerbate dalla pandemia”.
“In questo scenario -ha concluso Mandelli- la nostra professione può dare un apporto significativo, ma è ora che si deve avviare questo cambiamento”.
Riflettere sulla distribuzione diretta a favore della Dpc, potenziare pienamente la farmacia dei servizi, ripensare all’utilità delle case di comunità, favorendo un collegamento tecnologico tra tutte le reti professionali.
Nella sua proposta sul Recovery Plan la Fofi, oltre a invitare a un ripensamento sulla distribuzione diretta a favore della Dpc e al pieno potenziamento della “Farmacia dei servizi”, invita anche a ripensare all’utilità delle “Case della Comunità”, favorendo un “collegamento tecnologico tra tutte le reti professionali, per promuovere un sistema integrato e sinergico di presa in carico della persona“.
Federfarma: “la Casa della salute è la farmacia, ed è meglio investire sulla rete di servizi già esistenti, piuttosto che impegnare grandi risorse soltanto sulla parte hard e non sulla parte soft della sanità”.
Al riguardo va raccolta anche la voce di Federfarma, così come espressa dal suo Consiglio di presidenza nell’editoriale del n. 3 di Farma 7, in corso di stampa e tra qualche giorno sul banco di tutte le farmacie.
Per Federfarma, si precisa, “la Casa della salute è la farmacia, ed è meglio investire sulla rete di servizi già esistenti, piuttosto che impegnare grandi risorse soltanto sulla parte hard e non sulla parte soft della sanità. Le case di comunità, così come sono state progettate (una su 24.500 abitanti) non potranno mai assolvere ai concreti bisogni di salute, ma potranno essere dei mini-poliambulatori, ai quali il paziente può rivolgersi per ottenere una diagnosi. Poi, però, si pone il problema di che cosa fa il cittadino uscito da lì, di come dovrà essere seguito sul territorio e monitorato sulla base degli step di controllo”. Proprio qui si apre un grande spazio per la farmacia di comunità.
“Impegno di Federfarma -conclude l’editoriale di Farma 7– è ora cogliere tutte le opportunità che il nuovo Governo vorrà mettere in campo per valorizzare l’assistenza territoriale, in modo da favorire il miglior inserimento della farmacia all’interno di questo disegno”.
Federfarma non mancherà, quindi, di presentare una proposta, alla luce anche degli aggiornamenti che il Governo Draghi vorrà ora apportare al Piano nazionale di ripresa e resilienza, “che non deve diventare momento di apprensione, bensì occasione di sviluppo e di nuove opportunità“.
Sui programmi e gli obiettivi di Federfarma, vedi anche qui sul nostro sito.