Carenza di medicinali in Europa: inchiesta del Pgeu
Sulla carenza di medicinali in Europa, il Pgeu (Gruppo europeo dei farmacisti) ha condotto anche per il 2020 una ricerca per mapparne l’impatto nei diversi Paesi. Il sondaggio è stato condotto tra il 9 novembre 2020 e l’11 gennaio 2021 e comprende risposte provenienti da 26 Stati europei.
Come ogni anno, anche per il 2020 il Pgeu ha realizzato una ricerca sulla carenza di medicinali in Europa, raccogliendo dati su 26 Stati: il problema resta serio e in attesa di una risposta forte. La maggior parte dei Paesi segnala un peggioramento rispetto all’anno precedente.
Con il termine “carenza di farmaci” si è fatto convenzionalmente riferimento a ogni “temporanea” incapacità di una farmacia di fornire ai pazienti il medicinale richiesto a causa di fattori al di fuori del loro controllo, richiedendo la distribuzione di un farmaco alternativo o, addirittura, l’interruzione di una terapia medica in corso.
Le risposte fornite dalle Associazioni nazionali delle farmacie hanno permesso di evidenziare alcuni tratti fondamentali della situazione carenze in Europa: l’alta incidenza e l’incremento del numero di farmaci carenti in molti Paesi Ue; il pesante impatto giornaliero della carenza di medicinali sui pazienti e sulla pratica professionale quotidiana; il divario esistente in molti Paesi tra le informazioni necessarie, gli strumenti e le soluzioni disponibili da fornire ai pazienti nel caso di indisponibilità di un farmaco.
I principali risultati dell’indagine del Pgeu/Gpue sulla carenza di farmaci in Europa
- Tutti i Paesi che hanno risposto al sondaggio hanno sperimentato carenze nelle farmacie negli ultimi 12 mesi, con un dato corrispondente a quello della ricerca dello scorso anno. Rispetto ai precedenti 12 mesi, la maggior parte dei Paesi (17) ha indicato un peggioramento della situazione, mentre solo in un caso si registra un miglioramento. Questo è un dato singolare, se paragonato alla ricerca del 2019, laddove tutti i 22 Paesi avevano dichiarato che la situazione era peggiorata.
- Tutte le classi di farmaci sono state interessate da carenze, ma la categoria segnalata dal 92% dei Paesi è stata quella dei farmaci cardiovascolari, seguita dai vaccini, carenti nell’88% dei Paesi, dai farmaci per il sistema nervoso e da quelli per il sistema respiratorio in uguale percentuale (84%).
- Nella maggior parte dei Paesi (65%) oltre 200 farmaci erano elencati come scarsamente disponibili al momento della compilazione della ricerca e il numero sale a oltre 400 nel 30% dei casi.
- Quasi unanime (96%) la convinzione che la maggiore conseguenza della carenza di farmaci sui pazienti sia una condizione di angoscia e disagio. Ugualmente negative le conseguenze legate a interruzione dei trattamenti (80% dei Paesi) e l’aumento dei “ticket” quale risultato di alternative più costose o non rimborsate (57%). Meno frequenti, ma non meno importanti, i trattamenti di inferiore efficacia (50%), gli errori di medicazione (23%), gli eventi avversi (11%) e i decessi (3%).
- Oltre ad avere conseguenze negative per i pazienti, le carenze influenzano negativamente anche le farmacie: nella maggior parte dei Paesi vengono segnalate perdite finanziarie dovute al tempo investito per mitigare le carenze (92%), la riduzione della fiducia dei pazienti (80%) e lo scoramento dello staff (76%), oltre a perdite finanziarie dovute a una necessaria riorganizzazione delle scorte (53%) o all’aumento dei prezzi di approvvigionamento del farmaco carente (23%).
- L’analisi ha inoltre evidenziato grandi differenze tra Paesi in ordine alle soluzioni a disposizione dei farmacisti per risolvere il problema. L’80% dei Paesi prevede la sostituzione generica laddove la sostituzione terapeutica è prevista solo nel 23% degli Stati; la metà dei Paesi consente l’importazione del farmaco da un Paese in cui è disponibile, mentre nel 46% l’approvvigionamento dello stesso farmaco può provenire da fonti alternative autorizzate, come altre farmacie; nel 34% dei Paesi è possibile passare a un diverso dosaggio dello stesso farmaco. Alcune di queste soluzioni sono però soggette a restrizioni (come, per esempio, la necessità di una nuova prescrizione) e possono essere complicate e dispendiose in termini di tempo sia per il paziente sia per il farmacista.
- Il tempo che il personale della farmacia deve dedicare alla gestione della carenza di farmaci è in media di 6,3 ore a settimana mentre era di 6,6 ore a settimana nel 2019.
- Il 23% dei Paesi ha indicato che non esiste ancora un sistema di segnalazione delle carenze che possa essere attivato dai farmacisti, nonostante questi ultimi spesso sperimentino o prevedano difficoltà di approvvigionamento prima che l’industria o i grossisti se ne rendano conto.
- Per quanto riguarda, infine, le informazioni fornite ai farmacisti: nel 65% dei Paesi tali informazioni provengono dalle agenzie del farmaco (65%), quindi dai produttori (57%) e dai grossisti (50%). Le organizzazioni di categoria forniscono informazioni nel 30% dei Paesi, mentre il Ministero della Salute provvede solo nel 15% dei casi. (EP)
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