Case di comunità: una risoluzione alla Camera
Verificare le modalità organizzative delle case di comunità è l’oggetto di una risoluzione presentata nella XII Commissione della Camera dei deputati.
Una risoluzione presentata alla Camera, in XII Commissione, sottolinea la necessità di verificare l’organizzazione delle nuove case di comunità per l’assistenza territoriale e di prossimità .
Tra le linee d’intervento e i progetti in cui si articola la Missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), relativa alla salute, si evidenzia, in particolare il potenziamento della rete di assistenza territoriale, sanitaria e sociosanitaria, quale elemento imprescindibile per garantire una risposta assistenziale appropriata ed efficace, in grado di demandare agli ospedali le attività di maggiore complessità, concentrando, a livello territoriale, le prestazioni meno complesse, attraverso lo sviluppo delle case di comunità, l’assistenza domiciliare integrata (Adi), la telemedicina, nonché implementando la presenza sul territorio degli ospedali di comunità.
In particolare, nell’ambito del potenziamento dell’assistenza territoriale, sulla base di quanto previsto dal Pnrr, le case di comunità dovrebbero garantire l’assistenza di prossimità e territoriale con la presenza di una casa ogni 20-25 mila assistiti, senza penalizzare territori montani o aree interne o a bassa densità abitativa, assicurando servizi volti alla prevenzione e promozione della salute, garantendo le cure primarie attraverso i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, preferibilmente coordinati in Aft (aggregazione funzionale territoriale) e Uccp (unità complesse di cure primarie), infermieri di famiglia e di comunità.
Partendo da tali presupposti una risoluzione del Movimento 5 Stelle, presentata in XII Commissione Camera, prima firmataria Silvana Nappi, sottolinea come,. trattandosi di una impostazione innovativa, sia necessario individuare un layout e indicatori utili a verificare se gli obiettivi previsti vengono raggiunti e in quale misura, non solo sotto l’aspetto della sostenibilità economica, ma, soprattutto, dei risultati in termini di miglioramento dello stato di salute della comunità, nonché della sua coesione sociale.
Gli impegni richiesti al Governo
La risoluzione impegna, quindi, il Governo:
• ad adottare iniziative per recuperare e valorizzare il ruolo del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta nell’ambito della riorganizzazione territoriale, assicurando allo stesso la centralità dell’assistenza territoriale, anche nell’ambito delle case di comunità, rafforzandone il ruolo in merito alla accoglienza, all’orientamento e alla valutazione dei bisogni
• ad adottare iniziative volte a favorire la gestione del servizio sanitario territoriale in convenzione da parte di aggregazioni tra medici di medicina generale (mmg), pediatri di libera scelta (pls), specialisti ambulatoriali, infermieri, assistenti sociali, fisioterapisti, medici di continuità assistenziale (mca), collaboratori di studio, strutturati con una società di servizi integrati che operino per l’assistenza mediamente di una comunità di circa 20.000 abitanti, prevedendo che la popolazione sia gestita 24 ore su 24, per le necessità di primo livello e primo soccorso (codici bianchi o verdi) con la presa in carico del cittadino attraverso il medico di medicina generale che lo seguirà nel percorso assistenziale, conservando il rapporto di fiducia medico-paziente (PB)
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