Un paziente su due non assume i farmaci correttamente
L’aderenza alle terapie farmacologiche è ancora scarsa: un paziente su due, infatti, non assume i farmaci correttamente. Lo segnala una sessione della Summer School 2021 di Motore Sanità, dedicata al tema “Aderenza terapeutica: cronicità e rischi clinici correlati”.
Circa la metà dei pazienti non assume i farmaci correttamente: una sessione della “Summer School 2021” di Motore Sanità sottolinea una inadeguata aderenza terapeutica in una troppo ampia parte della popolazione.
Troppi pazienti non rispettano come dovrebbero le prescrizioni del medico e l’aderenza terapeutica nell’assunzione dei medicinali risulta mediamente bassa, ancorché variabile a seconda delle patologie.
I dati forniti dalla Summer School, basati sul Rapporto OsMed dell’Aifa ci dicono quanto siamo lontani da una buona aderenza terapeutica: un problema serio, perché comporta un aggravamento delle condizioni di salute dei pazienti.
Aderenza terapeutica variabile, ma mediamente scarsa
Ecco alcune percentuali della fascia di pazienti che seguono correttamente le cure prescritte.
- 55,1% per ipertensione
- 52-55% per osteroporosi
- 60% per artrite reumatoide
- 40-45% nel diabete di tipo 2
- 36-40% nell’insufficienza cardiaca
- 13-18% per asma e Bpco
Per avere un’idea dei danni che può fare la scarsa aderenza terapeutica, si pensi che “dopo un infarto cardiaco rispettare le indicazioni di assunzione riduce del 75% la probabilità di recidive, mentre nell’ipertensione non aderire agli antipertensivi aumenta di circa il 30% il rischio di infarto o ictus; di 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in controllo glicemico”.
“Summer School” ha esaminato anche altre fonti, che confermano la criticità della situazione. Vediamo i dati.
- Soltanto il 13,4% dei pazienti è aderente ai trattamenti con i farmaci per le sindromi ostruttive delle vie respiratorie
- nelle dislipidemie il 50% dei pazienti non è aderente
- nell’ipertensione non sono aderenti il 40-45% dei pazienti
- nel diabete mellito l’adesione al trattamento orale antidiabetico (metformina e altri ipoglicemizzanti orali) è compresa tra il 36% e il 93%; l’aderenza alla terapia insulinica oscilla tra il 20 e l’80%; l’adesione alle raccomandazioni dietetiche è circa del 65%; l’autocontrollo della glicemia è attuato nel 50% dei pazienti e l’attività fisica è praticata da meno del 30% dei pazienti.
Le cause della bassa aderenza dei pazienti
Perché abbiamo una risposta così debole da parte del paziente? Perché così spesso non assume i farmaci correttamente, secondo prescrizione?
“Le cause della scarsa aderenza terapeutica sono di varia natura -osservano gli esperti della Summer School- e comprendono la complessità del trattamento, l’inconsapevolezza della malattia, il follow-up inadeguato, il timore di potenziali reazioni avverse, il decadimento cognitivo e la depressione, la scarsa informazione in merito alla rilevanza delle terapie, il tempo mancante all’operatore sanitario spesso oberato da pratiche burocratiche che sottraggono spazio fondamentale al confronto con il paziente”.
La pandemia ha certamente peggiorato la situazione, rendendo tutto più difficile, compresa la cura di tutto ciò che non fosse Covid (vedi in proposito sul nostro sito qui).
Secondo Alessandro Navazio, direttore della Cardiologia dell’Ausl di Reggio Emilia, “molti pazienti rifiutano la terapia perché temono di doverla prendere per tutta la vita; c’è una diffidenza non giustificata rispetto al farmaco da prendere -penso alle statine- perché viene considerato pericoloso “per sentito dire”; spesso il rifiuto è anche legato al numero di farmaci che già assume il paziente. C’è da fare un’informazione più accurata ed efficace e noi come specialisti dobbiamo fare un’opera di persuasione sul paziente quando la nostra prescrizione è veramente sostenuta da evidenze scientifiche, altrimenti non avremo mai i livelli di aderenza che auspichiamo. Vanno scardinate le credenze popolari, i tabù. È fondamentale, oltre ad andare alla ricerca dei pazienti ad alto rischio per trattarli prima che qualcosa accada, che è il principio della “medicina di iniziativa”, fare anche accettare le terapie e spiegare perché sono importanti, coinvolgendo anche il caregiver”.
Il ruolo importante delle farmacie per favorire l’osservanza delle cure
Per favorire l’aderenza terapeutica il ruolo delle farmacie può essere molto importante. Ne è persuasa Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, che commenta: “L’aderenza alle cure è uno dei compiti assegnati alle farmacie dalla legge sulla Farmacia dei servizi e parte del Cronoprogramma di Regione Lombardia. Nella delibera sul tema viene esplicitato che “le farmacie rappresentano un nodo della rete di presa in carico, con particolare riferimento alla promozione dell’aderenza terapeutica e altre attività per le quali rappresenta un valore aggiunto la prossimità territoriale con i pazienti. Sono convinta che l’attività delle farmacie, in sinergia con quella dei medici di famiglia, possa contribuire a portare dei risultati importanti nella cura dei cittadini, così come in termini di risparmio per il sistema sanitario nazionale”.