Il Libro bianco della sanità del futuro
Presentato a Bologna il Libro bianco della sanità, in occasione del recente convegno “Area Sanità. Strategie per la salute del Paese”, tenutosi a Bologna il 5 novembre. Si tratta di un documento nato da un progetto di ricerca della società Planning e curato dal Cergas, il centro studi dell’Università Bocconi di Milano. Il lavoro offre una serie di proposte di intervento per modernizzare e rendere più efficiente il nostro sistema sanitario, agendo sulla organizzazione, sulla tecnologia, sull’utilizzo dei Big data, sul personale, sulla popolazione stessa e sfruttando le risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza: i 15,63 miliardi di euro per la cosiddetta “missione 6-Salute”.
Il Libro bianco della sanità, curato da Cergas Bocconi, è stato presentato al convegno organizzato da Planning a Bologna: una serie di proposte per riformare e migliorare il nostro sistema sanitario.
Il documento è stato elaborato sotto la direzione scientifica di Francesco Longo, docente di Economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche presso l’Università Bocconi, e con la partecipazione del professor Mario Del Vecchio, Paola Boscolo e Marco Sartirana, ricercatori del Cergas (Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale). Alla stesura del lavoro hanno collaborato anche rappresentanti dei ministeri interessati, di enti, istituzioni e imprese.
Vediamo in sintesi alcuni dei principali temi trattati dal Libro bianco sulla sanità con le indicazioni sulle strade da seguire per rinnovare il sistema.
Il personale sanitario
- Valorizzare il potenziale di tutti i professionisti sanitari, incentivandone l’autonomia
- Promuovere il ruolo dei medici della medicina territoriale, in integrazione con mmg e personale convenzionato, nella gestione delle fragilità
- Importanza centrale alla formazione, dalle scuole superiori alla laurea
- Coinvolgere sempre più gli ospedali del Ssn come “strutture di insegnamento” per la formazione dei medici specializzandi
- Fondamentali le competenze digitali
- Incoraggiare la ricerca attraverso inquadramenti professionali stabili e l’assunzione di figure professionali a supporto della ricerca, e convogliando una quota fissa del Fondo sanitario nazionale per sostenere progetti di ricerca indipendente
- Per le competenze manageriali, istituire una piattaforma interregionale in capo ad Agenas
- Realtivamente alle procedure di reclutamento delle aziende sanitarie: riscrivere la normativa concorsuale per la dirigenza e per il comparto e adottare modalità di reclutamento differenziate, introducendo anche il contratto di formazione e lavoro e di apprendistato, così da poter lasciare spazio agli under 30
- Assicurare adeguate forme di inquadramento e retribuzione, premiando il merito; permettere alle Regioni di definire una percentuale del monte salariale da impiegare liberamente per differenziazioni salariali su profili critici
- Per quanto riguarda il management risorse umane, rafforzare nelle aziende le politiche di attrazione, gestione e sviluppo dei talenti; centralizzare l’amministrazione del personale a livello interaziendale, e formalizzare un livello di contrattazione collettiva a livello regionale; per l’invecchiamento del personale adottare soluzioni di flessibilità lavorativa e percorsi di mobilità interna
La digitalizzazione nei processi di cura
- Analizzare i bisogni dei pazienti organizzati in sottogruppi di malattia
- Studiare quali approcci terapeutici adottare e quali possono essere digitalizzati: affinché il digitale non diventi mera sostituzione della modalità in presenza, combinando reale e virtuale
- L’infrastruttura tecnologica deve essere adeguata, moderna e soprattutto interoperabile
- Assicurare una base tecnologica comune e abilitare possibilità di utilizzo e aggiornamento dei dati tra clinici, pazienti e manager anche in strutture diverse, anche tra pubblico e privato, tra consumi derivanti da spesa pubblica e quelli da spesa out of pocket, che riguardano il 26% delle prestazioni sanitarie e il 40% di quelle ambulatoriali
- Potenziare l’utilizzo delle cartelle cliniche elettroniche e del Fse
- Attivare canali solidi di collaborazione tra pubblico e privato
- Prevedere una “introduzione al digitale”, sia per i servizi amministrativi sia per i processi clinici
- Promuovere il digitale anche favorendo forme di co-progettazione, coinvolgendo le comunità dei pazienti tramite le associazioni, professionisti, aziende e management, e di co-produzione individuale, tramite la partecipazione attiva del paziente alla propria cura (per esempio, tramite l’autosomministrazione o il monitoraggio dei propri parametri vitali e trasferendoli al medico)
- Rafforzare le competenze digitali sia a livello di singolo paziente, guidandolo all’utilizzo, sia a livello generale, con azioni di comunicazione pubblica
- Avvicinare la popolazione al digitale anche adibendo spazi pubblici, dalle biblioteche agli spazi comunali o sanitari per consentire ai cittadini di accedere ai servizi online
Come usare i Big data
- Promuovere l’utilizzo delle ingenti quantità di dati, sia amministrativi sia clinici, disponibili e metterli a disposizione di team di ricercatori, clinici e manager
- Istituire ruoli chiari per la loro raccolta, codifica, analisi e interpretazione ai fini decisionali
- Rendere l’analisi dei dati come parte centrale e ‘normale’ dei processi decisionali
- Digitalizzare i dati clinici. Costruire un’infrastruttura unica di raccolta dati o infrastrutture interoperabili, e assieme promuovere una “cultura del dato”, facendo leva sulla sua utilità e superando il pregiudizio che si tratti di prassi rischiose per la privacy
- Utilizzare i dati amministrativi standardizzati e digitalizzati per l’organizzazione dei servizi e la programmazione sanitaria
- Collaborare allo sviluppo di uno spazio europeo dei dati, anche sanitari, come indicato dalla Commissione Europea, che richiede ai Paesi Ue di lavorare su tre direttrici: la creazione di una rete solida di infrastrutture interoperabili; la garanzia sulla qualità dei dati; sistemi solidi di gestione dei dati e norme per lo scambio dei dati