Diritto di sostituzione con biosimilari nelle farmacie francesi
I farmacisti francesi potranno esercitare il diritto di sostituzione con biosimilari, sia pure con alcune limitazioni.
In Francia il progetto di legge sul finanziamento della sicurezza sociale 2022 introduce per i farmacisti il diritto di sostituzione con biosimilari.
Abrogato ancor prima di essere messo in pratica l’anno scorso, il diritto di sostituzione con biosimilari torna in auge con il progetto di legge sul finanziamento della sicurezza sociale (Plfss, Projet de loi de financement de la sécurité sociale 2022). Il suo destino però è scontato: il progetto di legge sarà infatti esaminato dalla Commissione agli Affari sociali dell’Assemblea nazionale il 12 ottobre, in sessione plenaria il 19 e poi in Senato il 3 novembre.
Dopo l’abrogazione ufficiale di questo diritto nella Lfss 2020 poiché, si leggeva nella motivazione, non è “possibile, in particolare per ragioni di tracciabilità e di sicurezza sanitaria, attuare una sostituzione al momento della distribuzione del prodotto“, sono ora riprese le discussioni sull’argomento.
Le aspettative, in termini di risparmio per il 2022, sono pari a 10 milioni di euro. E proprio per tale ragione il Plfss per il 2022 prevede di “ampliare il ruolo dei farmacisti proponendo un nuovo quadro di riferimento per la sostituzione di alcuni gruppi di biosimilari“.
Il progetto di legge precisa che la sostituzione del farmacista potrà essere effettuata solo se il prescrittore non ne abbia escluso la possibilità, e riguarderà solo i gruppi biologici contenuti in una lista stabilita con il parere dell’Agenzia nazionale per la sicurezza dei farmaci e dei prodotti sanitari (Ansm). Al momento solo due molecole sono su questa lista, peraltro non ancora resa pubblica. A differenza dell’elenco di sei molecole (etanercept, adalimumab, teriparatide, follitropina alfa, enoxaparina e insulina aspartato) previste per la sostituzione dei biosimilari da parte dei medici di base, che è stato ratificato lo scorso luglio e che diventerà operativo dal 1° gennaio del prossimo anno.
I commenti dei rappresentanti dei farmacisti
Per la deputata e farmacista Agnès Firmin-Le Bodo, questa limitazione a due molecole è incomprensibile. “Questa misura non è all’altezza della sfida, che è quella di risparmiare 600 milioni di euro grazie alla competenza del farmacista [..]. Con queste due molecole, arriviamo a 6 milioni di euro di risparmio”. Pur rallegrandosi del fatto che il diritto di sostituzione con biosimilari da parte del farmacista sia tornato nella legge, le limitazioni che lo circondano spingeranno il suo gruppo parlamentare (Agir) a presentare degli emendamenti.
Gilles Bonnefond, portavoce dell’Unione dei sindacati dei titolari di farmacia – Uspo, e Philippe Besset, presidente della Federazione francese del sindacato delle farmacie (Fspf), guardano comunque al lato positivo, accogliendo positivamente il ritorno del diritto di sostituzione che diventerà legge entro la fine dell’anno, “e questa è una buona notizia“.
I dettagli pratici di questa sostituzione sono da precisare in una fase successiva, tuttavia preoccupano non poco la professione, in particolare la lista delle molecole che un prossimo decreto stabilirà.
Stéphane Joly presidente dell’Associazione dei genericisti Gemme, ha dichiarato che verrà fatto tutto il possibile, “insieme ai sindacati e ai gruppi di farmacisti, per fare in modo che le liste dei medici e dei farmacisti siano sovrapposte e ampliate il più rapidamente possibile“.
Oltre a sostenere la sostituzione da parte dei farmacisti, Gemme propone di migliorare il sostegno e l’informazione del paziente attraverso un incontro all’inizio del trattamento, e poi con un protocollo ad hoc, coinvolgendo medico e farmacista per un monitoraggio coordinato del paziente, prevedendo anche un onorario per il controllo, sia a favore del medico sia del farmacista. (EP)
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