Ffp2: i produttori chiedono di essere coinvolti
Le nuove norme che prevedono obbligo di mascherine Ffp2 in determinati contesti (per esempio, sui mezzi di trasporto pubblico) e il protocollo che ha fissato per queste un prezzo massimo concordato hanno posto al centro della scena questo dispositivo di protezione e la necessità di assicurarne un adeguato approvvigionamento. I produttori hanno chiesto di essere coinvolti nelle decisioni riguardanti la materia e la loro posizione è stata raccolta in Parlamento dalla deputata di Italia Viva Lisa Noja.
Sulle mascherine Ffp2 un’interrogazione parlamentare chiede il coinvolgimento dei produttori al fine di garantire un adeguato approvvigionamento.
La deputata di Italia Viva Lisa Noja ha rivolto infatti un’interrogazione al ministro della Salute in relazione all’accordo intervenuto il 3 gennaio scorso tra la struttura commissariale, il Ministero della Salute, Federfarma, AssoFarm e FarmacieUnite, sentita la Federazione degli Ordini dei Farmacisti, circa la vendita di mascherine Ffp2 al prezzo massimo concordato di 0,75 euro per unità presso le farmacie aderenti (si veda sul nostro sito qui).
A fronte di tale accordo, la sezione Safety di Assosistema Confindustria ha inviato alla struttura commissariale e al Ministero dello Sviluppo economico una nota in cui si evidenziava come le associazioni e le aziende produttrici di Dpi condividessero la scelta di intervenire sui prezzi delle mascherine in questione, evidenziando però di non essere stati coinvolti nel processo decisionale.
Lo strumento del calmiere -volto a evitare speculazioni e diseguaglianze nell’accesso ai Dpi- deve infatti essere necessariamente accompagnato da misure che garantiscano, altresì, l’adeguato approvvigionamento dei dispositivi, nonché alti standard di qualità e sicurezza dei prodotti commercializzati, supportando adeguatamente la filiera italiana di produzione. Il mancato coinvolgimento e sostegno ai principali operatori italiani del settore, infatti, può determinare la non autosufficienza produttiva di Dpi in pandemia, con ripercussioni negative in termini di aggravio dei costi, deficit di sicurezza interna e possibilità concreta di incorrere in truffe, dovute in special modo a prodotti non conformi alla normativa di certificazione.
A fronte di tali considerazioni, la deputata Noja chiede quali iniziative intenda assumere il Governo affinché sia garantito il più alto livello di qualità e sicurezza dei dispositivi di protezione individuale del tipo mascherine Ffp2, vendute al prezzo massimo concordato di 0,75 euro per unità, garantendo adeguatamente il coinvolgimento e il supporto dei produttori italiani. (PB)