I prodotti Covid in farmacia hanno determinato nel 2021 una spesa di 2,3 miliardi di euro da parte dei cittadini italiani. Questo è uno dei significativi effetti economici della pandemia, che ha decisamente spinto la vendita di saturimetri, termometri, probiotici immunostimolanti, vitamine, calmanti, prodotti per tosse e raffreddore, tamponi, mascherine, igienizzanti. Lo segnala l’Ansa sulla base dei dati della società specializzata Iqvia.

I prodotti Covid in farmacia nel 2021 hanno determinato ricavi per 2,3 miliardi di euro.

Il diffondersi dei contagi, le misure di contenimento e protezione, l’obbligo di green pass per molte attività, sono tutti elementi che hanno rapidamente trainato la vendita di prodotti Covid in farmacia.

Secondo i dati di Iqvia, gli italiani nel 2021 hanno speso 140 milioni di euro per i test antigenici in farmacia e 143 milioni per le mascherine.

Significativa è stata l’accelerazione impressa al mercato dall’arrivo della variante Omicron e dalla conseguente estensione dell’obbligo di certificazione verde nei luoghi di lavoro nell’ultima parte dell’anno.

Infatti, le cifre citate dall’Ansa sui dati di Iqvia ci dicono che, se a gennaio 2021 si sono venduti in farmacia 148mila tamponi antigenici, a ottobre si è arrivati a 844mila e con novembre si è saliti a un milione e 58mila (per un valore di circa 30 milioni di euro).

A fine anno è arrivato anche un forte impulso alla vendita delle mascherine, con l’obbligo di indossare sui mezzi di trasporto pubblico le Ffp2 (per le quali ora esiste un protocollo di intesa che stabilisce un prezzo massimo concordato di 0,75 euro -si veda sul nostro sito qui).

Risulta sostanzialmente stabile nel corso dell’anno l’andamento degli igienizzanti per le mani, diventati ormai di abituale uso quotidiano, anche se si è manifestato un aumento nelle ultime settimane.

Secondo Iqvia, per le farmacie si registra nel 2021 un aumento di fatturato del 3,5% con ricavi pari a 24,56 miliardi di euro. In termini di quantità l’aumento è del 2%, che si traduce in 2,45 miliardi di pezzi venduti.

Una crescita nettamente positiva rispetto al 2020, ma per le farmacie anche un impegno che ha richiesto tante risorse qualificate umane ed economiche.

Si tratta di una crescita “nettamente positiva” rispetto al 2020, osserva Iqvia, che riconosce così il grande impiego di tempo, energie e competenze da parte delle farmacie italiane: “Per i farmacisti -riporta infatti l’Ansa- è stato un impegno che ha richiesto tante risorse qualificate umane ed economiche e che, in alcuni casi, particolarmente nelle piccole e medie farmacie, ha inciso negativamente sulla vendita di altri prodotti”.