Diretta e Dpc: Federfarma in audizione alla Camera
Sul tema “distribuzione diretta e Dpc” Federfarma ha espresso il suo punto di vista con l’intervento in audizione, presso la XII Commissione Affari sociali, del presidente nazionale Marco Cossolo. In rappresentanza del Pgeu, di cui è presidente, è intervenuto anche il segretario nazionale della Federazione Roberto Tobia.
Marco Cossolo alla Camera sul tema “distribuzione diretta e Dpc”: la pandemia ha portato a un aumento del ricorso alla distribuzione per conto, che consente al paziente di ritirare i medicinali in farmacia.
La distribuzione diretta si è diffusa, a seguito del varo della Legge n. 405 del 2001, con l’obiettivo di garantire, su farmaci ad alta intensità di cura, un monitoraggio puntuale, attraverso l’invio del paziente nelle farmacie ospedaliere.
Inoltre, tale modalità distributiva è stata attivata per sfruttare la migliore capacità di acquisto delle strutture ospedaliere, basata sul 50% di sconto minimo previsto per legge.
Partendo da queste considerazioni sulle motivazioni della diretta, il presidente Marco Cossolo ha illustrato presso la XII Commissione Affari sociali della Camera il punto di vista di Federfarma sul tema “distribuzione diretta/distribuzione per conto”, oggetto di un’indagine conoscitiva.
Cossolo ha evidenziato come, nel tempo, le ragioni economiche abbiano prevalso su quelle terapeutiche e si sia verificata una progressiva estensione della distribuzione diretta.
Gli svantaggi della distribuzione diretta
Lo svantaggio principale di tale forma di distribuzione è rappresentato dal fatto che il paziente deve compiere lunghi spostamenti per ritirare i farmaci presso strutture aperte con orari ridotti, sostenendo, dunque, cospicui costi sociali ed economici. Per ovviare a ciò, talvolta le Asl consegnano al paziente un numero rilevante di confezioni, che, nei casi di sospensione o modifica della cura, restano inutilizzate e riducono drasticamente il risparmio economico.
Dal punto di vista della farmacia, la distribuzione diretta determina un impoverimento culturale e professionale del farmacista territoriale, che perde la possibilità di restare aggiornato e maneggiare i nuovi farmaci, nonostante sia frequente il caso di pazienti che chiedono in farmacia notizie sul corretto uso di farmaci consegnati dalle Asl.
Per ovviare a tali disagi, è stata attivata la distribuzione per conto, con cui l’Asl beneficia dei vantaggi derivanti dagli acquisti diretti, ma affida la consegna al paziente alla farmacia.
Marco Cossolo ha evidenziato che la pandemia ha portato a un aumento del ricorso a questa modalità, grazie anche a specifiche disposizioni legislative. Su base nazionale, tra il 2019 e il 2020 la distribuzione diretta è diminuita a volumi del 13%, mentre la Dpc è aumentata del 13%. Tra il 2020 e il 2021, la diretta è diminuita del 10% e la Dpc è aumentata di circa l’8%.
Il presidente di Federfarma ha sottolineato, in conclusione, che esistono farmaci che, per le loro caratteristiche, almeno in una fase iniziale, devono essere distribuiti dalla farmacia ospedaliera. Per i farmaci che, invece, non richiedono più tale monitoraggio si può passare alla distribuzione in farmacia. È necessario quindi adottare un meccanismo flessibile che consenta di ridurre i disagi a carico dei cittadini e valorizzare il ruolo professionale della farmacia nel corretto uso dei medicinali.
Il punto di vista del presidente del Pgeu su distribuzione diretta e Dpc
In audizione è intervenuto anche il segretario nazionale di Federfarma e presidente del Pharmaceutical Group of the European Union (Pgeu), Roberto Tobia, il quale ha affermato che la distribuzione diretta italiana rappresenta un’eccezione in Europa, quantomeno per l’ampiezza del fenomeno.
Mentre in Francia, 20 anni fa, si fece un tentativo, poi fallito, di attivare la distribuzione diretta, le uniche due realtà in cui oggi esiste un sistema analogo a quello italiano sono il Portogallo e la Spagna. In questi Paesi, tuttavia, vari studi ed esperienze hanno messo in evidenza i costi sociali della diretta e il risparmio concreto derivante dalla distribuzione dei farmaci in farmacia. (PB)
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