Nell’ambito dell’esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). il ministro della Salute Roberto Speranza è intervenuto in XII Commissione Affari sociali sul tema della riforma dell’assistenza sanitaria territoriale.

Il ministro della Salute interviene sullo stato di attuazione del Pnrr e sottolinea l’importanza del ruolo di medici e farmacie come presidi di prossimità.

Il ministro ha sottolineato che la pandemia ha reso ancora più evidenti almeno tre limiti del sistema sanitario: il ritardo accumulato nell’adeguare il Ssn a un mutato contesto demografico ed epidemiologico; il deficit digitale; la crescita delle diseguaglianze all’accesso ai livelli essenziali di assistenza.

Negli anni, grazie anche alla qualità del Ssn, è cresciuta l’aspettativa di vita degli italiani; questa mutazione demografica ha cambiato radicalmente il quadro di riferimento nel quale operano le strutture sanitarie e il relativo contesto epidemiologico. L’Italia è un Paese che invecchia e si ammala di più. “Tutto questo -ha dichiarato Speranza– è avvenuto mentre una troppo lunga stagione di tagli e di tetti di spesa illogici indebolivano la forza e il radicamento della sanità territoriale, rendendo più fragile la medicina di iniziativa e conseguentemente le politiche di prevenzione della salute pubblica”.

Il Pnrr ruota intorno a tre parole: prossimità, innovazione ed uguaglianza

Gli interventi dell’attuale Governo, con particolare riferimento al Pnrr, puntano a invertire questa tendenza. Il Pnrr ruota attorno a tre parole chiave: prossimità, innovazione ed uguaglianza. L’obiettivo è costruire una sanità di prossimità per essere più vicini alle persone, rimettendo così radici più profonde nel territorio. Per il raggiungimento di questo obiettivo servono riforme, oltre agli investimenti.

Uno strumento importante ai fini della riorganizzazione del sistema è il cosiddetto Dm 71 (definito in questo modo in quanto passaggio successivo rispetto al Dm 70 del 2015, che, sulla base di standard severi e stringenti, ha avviato la razionalizzazione della rete ospedaliera). Tale provvedimento, da adottare entro il 30 giugno 2022, punta a definire un nuovo modello organizzativo per la rete di assistenza primaria, individuando standard strutturali, tecnologici e organizzativi uniformi su tutto il territorio nazionale, promuovendo un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e clinico, e rappresentando un passo concreto per il superamento delle disuguaglianze.

Le novità del Pnrr in materia di salute

Il Dm-71 si intreccia con le novità previste dal Pnrr in materia di salute (Missione 6) e, in particolare, con la creazione delle case della comunità (finanziata con 2 miliardi di euro); il potenziamento dell’assistenza domiciliare e della telemedicina (4 miliardi); lo sviluppo delle cure intermedie con l’istituzione degli ospedali di comunità (1 miliardo).

Il Dm 71 -ha dichiarato il ministro- rappresenta un progetto sostenibile economicamente, che nei prossimi mesi e anni può essere ulteriormente implementato. In tale contesto rientra anche l’ulteriore sviluppo del progetto della Farmacia dei servizi.

Le case della comunità rappresentano l’elemento centrale della nuova rete territoriale. Esse saranno impegnate su tutti quei bisogni di assistenza sanitaria e sociosanitaria che non riguardano l’emergenza-urgenza. Hanno l’obiettivo strategico della presa in carico della comunità di riferimento, attraverso l’istituzione di un’équipe multiprofessionale costituita da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialisti, infermieri di famiglia e comunità e tutti gli altri professionisti sanitari coinvolti nel processo di cura.

Un elemento importante nel nuovo modello organizzativo è rappresentato dalla telemedicina, sulla quale verrà investito un miliardo di euro.

Proprio l’investimento nella telemedicina e nella digitalizzazione in generale è un punto qualificante degli interventi di riorganizzazione e rilancio del Ssn, previsti nell’ambito del Pnrr, con l’obiettivo di contribuire a ridurre gli attuali divari territoriali nell’offerta di salute; garantire una migliore esperienza di cura per gli assistiti; migliorare i livelli di efficienza dei sistemi sanitari regionali.

Il ruolo delle farmacie rurali

In sede di dibattito sulle comunicazioni del ministro è intervenuto, tra gli, Marcello Gemmato (FdI) che ha denunciato il rischio che le piccole comunità montane siano tagliate fuori dal raggio di azione delle case di comunità, sottolineando il ruolo fondamentale che, in tal caso, può essere giocato dalle farmacie rurali (per le quali, del resto, lo stesso Pnrr prevede l’assegnazione di risorse specifiche al fine di rafforzarle – ndr).

Rispondendo a tale sollecitazione, il ministro della Salute ha ricordato che vi sono due elementi di grande capillarità sul territorio: i medici di medicina generale e le 19.000 farmacie. Ha sottolineato che è necessario rafforzare sia la relazione tra medico di medicina generale e territorio, sia il rapporto tra farmacie e Ssn, ribadendo l’importanza del progetto della Farmacia dei servizi. (PB)

Un articolo correlato potete leggerlo sul nostro sito qui.