Indagine di Senior Italia: senza donne non ci sarebbe il Welfare
Senza donne in Italia non ci sarebbe il Welfare. Lo dice Senior Italia FederAnziani, che, proprio in occasione dell’8 marzo, ha reso noti i dati elaborati dal proprio Centro studi, secondo i quali le donne sono la stragrande maggioranza tra caregiver, badanti, infermieri. Senza dimenticare le nonne che aiutano economicamente le famiglie dei figli.
Secondo il Centro studi di Senior Italia FederAnziani, senza donne quello che chiamiamo Welfare non starebbe in piedi. Caregiver, badanti, infermieri, nonne che aiutano economicamente figli e nipoti: è l’universo femminile a giocare il ruolo principale.
I dati diffusi da Senior Italia da un lato suscitano ammirazione per il ruolo fondamentale di tantissime donne nel supporto assistenziale ed economico dato a persone e famiglie, ma dall’altro suonano anche come una critica alla mancanza o insufficienza di politiche pubbliche efficaci.
Vediamo alcuni dei principali dati di questa “prevalenza femminile”.
- Il 67% del personale del sistema sanitario nazionale in Italia è composto da donne.
- Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, tra i medici la percentuale di donne e uomini è abbastanza simile, ma tra gli infermieri sono 207mila le donne e circa 60mila gli uomini.
- Le donne sono il 71% dei caregiver familiari.
- Nel 60,9% dei casi i caregiver familiari, in prevalenza donne, sottraggono tempo alle proprie attività per provvedere alle cure del malato.
- Alle donne, ancora oggi, è assegnato il compito di provvedere agli aspetti pratici della cura dei figli, del coniuge, degli anziani.
- Il 92,8% delle nonne aiuta economicamente figli e nipoti per pagare mutui, affitti, bollette, tasse, ma anche vestiti e libri di scuola.
- Si occupano dell’accudimento dei nipoti circa 3 nonne su quattro (il 71,5%) e più di una su tre (il 36,1%) dedica ai nipoti almeno dieci ore a settimana.
Le contraddizioni di un sistema: donne protagoniste, ma trascurate
Di fronte a queste percentuali, stridono alcune grosse contraddizioni che tuttora caratterizzano il nostro sistema sociale. Senior Italia ne sottolinea almeno due: le carenze nella medicina di genere e la lunga strada ancora da percorrere per arrivare alla parità di genere.
“Le donne -osserva l’associazione- vivono più a lungo degli uomini, ma si ammalano di più, usano di più i servizi sanitari e vivono un maggior numero di anni in cattiva salute. Nel nostro Paese è ancora lunga la strada per l’applicazione di un approccio di genere nella pratica clinica, che promuoverebbe l’appropriatezza e la personalizzazione delle cure, producendo un circolo virtuoso con risparmi per il Servizio sanitario nazionale”.
Inoltre, “la parità di genere è una meta ancora lontana: i progressi sono lenti e perdurano i divari a livello di retribuzioni, assistenza e pensioni, nelle posizioni dirigenziali e nella partecipazione alla vita politica e istituzionale”.