Altems: farmacista figura chiave nelle campagne vaccinali
Secondo Altems, l’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Sacro Cuore di Roma, il farmacista può essere una figura decisiva nella riuscita delle campagne vaccinali, e non soltanto quella anti-Covid. Il suo ruolo, che si è già affermato in misura rilevante in questi anni di pandemia, dovrebbe essere ulteriormente incentivato.
Secondo Altems, il farmacista può essere una figura decisiva nel successo delle campagne vaccinali. Il suo ruolo deve essere quindi promosso e incentivato.
Le considerazioni fatte da Altems sono particolarmente attuali in questa strana fase della vicenda Coronavirus, nella quale si attende la fine dello stato di emergenza il 31 marzo, mentre però i contagi stanno risalendo e la campagna vaccinale (che pure aveva dato ottimi risultati) si è praticamente fermata (secondo diversi esperti, prematuramente).
L’Alta scuola, in collaborazione con l’Osservatorio nazionale sulla farmacia dei servizi (Onfs), ha analizzato l’evoluzione professionale della farmacia di comunità esaminando un campione rappresentativo di 991 farmacie. Le campagne vaccinali sono uno dei temi principali dell’indagine in quanto implicano alcuni tra i compiti che più valorizzano la farmacia come erogatrice di servizi.
Proprio contro la cosiddetta “esitazione vaccinale”, per esempio, il farmacista può fare molto: “Il farmacista -argomentano i ricercatori- per la capillare presenza sul territorio e la facilità di accesso alle farmacie, nonché per la fiducia storicamente accordatagli dai cittadini può rappresentare una delle figure professionali su cui puntare per veicolare informazioni riguardanti la vaccinazione, svolgendo un ruolo attivo nella realizzazione di programmi di educazione sanitaria e schemi di prevenzione”.
Un modello per un “Servizio di immunizzazione dell’adulto in farmacia”
Come realizzare questo genere di programmi? Interessanti sono gli esempi che vengono da diversi Paesi (Francia, Irlanda, Svizzera, Australia, Stati Uniti), dove è stato costruito un modello per un “Servizio di immunizzazione dell’adulto in farmacia”, che si adatta a diverse tecnologie vaccinali, dalla antinfluenzale alla antipneumococcica, e che identifica i supporti necessari, dall’integrazione con l’anagrafe vaccinale nazionale ai dispositivi di protezione individuale, ai dispositivi medici di sicurezza, alla remunerazione compatibile (costo equivalente a quello degli altri professionisti convenzionati Ssn). Un modello, quindi, che consentirebbe la riduzione dell’esitazione vaccinale, con conseguente riduzione dei costi diretti e indiretti sociali e per il Ssn.
Ecco allora la proposta con cui si conclude la ricerca Altems: collocare il farmacista in un mosaico più ampio e in una posizione di forte interdipendenza con gli altri professionisti sanitari (mmg, pediatri di libera scelta, specialisti, infermieri, eccetera).
Il collegamento tra i professionisti, sempre esistito, deve quindi evolversi in una “relazione più intima di connessione, di reciproca dipendenza e di osmosi, che rende la farmacia una piattaforma irrinunciabile per la sanità territoriale ed è parte integrante della rete di prossimità”.
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