Le speranze degli italiani per una sanità migliore
Dalla catastrofe Covid potrà nascere una sanità migliore, capace di rinnovarsi e di non ripetere gli errori del passato? La maggioranza degli italiani lo spera e se lo aspetta, secondo il recente Rapporto Censis “The Italian Healthy Day”, realizzato nell’ambito del progetto Censis-Janssen Italia “I cantieri per la Sanità del futuro”, avviato nel 2021.
Secondo il Rapporto Censis “The Italian Healthy Day”, gli italiani si aspettano, dopo la pandemia, una sanità migliore e consapevole, capace di trarre insegnamento dall’esperienza Covid.
Assistenza territoriale, cure personalizzate, collaborazione pubblico-privato, coinvolgimento di tutti i soggetti, maggiori investimenti nell’innovazione e nella ricerca: secondo i risultati dell’indagine, questi sono alcuni degli elementi sui quali occorre agire per ottenere davvero una sanità migliore e più adeguata ai nostri nuovi tempi. Vediamo allora più in particolare che cosa desiderano i cittadini.
Una sanità personalizzata
Questa è l’aspettativa principale: oltre il 90% si attende una maggiore personalizzazione delle cure (94,3%) e dei percorsi di assistenza, dal domicilio, al territorio, all’ospedale (92,9%). Ciascuno chiede la “sua” sanità: il 66,9% dichiara di informarsi in maniera autonoma sulla propria salute, l’82% è pronto ad adottare comportamenti salutari, il 66,5% fa accertamenti preventivi e il 41,6% dialoga attivamente con i medici.
Nuova centralità del medico
Per il 93,9% degli intervistati i medici devono essere messi al centro della sanità del futuro e il 92,1% dichiara di aver fiducia in loro. E proprio per garantire un servizio pienamemte dedicato alla tutela della salute, il 94,7% chiede siano liberati dagli attuali eccessivi carichi burocratico-amministrativi. Inoltre, si auspica che sia favorito e supportato il loro passaggio al digitale.
L’innovazione motore di una Sanità più moderna
Per gli italiani l’innovazione è il vero motore del miglioramento: il 90,9% ha fiducia nei ricercatori scientifici, l’89,5% nei farmaci e il 66,4% nelle industrie farmaceutiche. Questo tributo di stima si esprime anche con la richiesta, da parte del 90,1% degli intervistati, di maggiore collaborazione tra Stati e aziende farmaceutiche.
Inoltre, per il 93,7% la spesa pubblica per la ricerca in salute e sanità dev’essere considerata un investimento e non un costo. Al riguardo sono alte le aspettative degli italiani: il 94% si attende maggiore efficacia delle cure in caso di malattie croniche, il 92% nuove scoperte contro virus e batteri e il 91,1% nuovi vaccini e farmaci.
Gli italiani desiderano inoltre un progresso dal punto di vista della prevenzione e delle diagnosi precoci delle patologie.
Una buona gestione dei dati sanitari
Per massimizzare il valore salute sarà decisiva la gestione intelligente dei dati sanitari. Gli intervistati ci credono e sono pronti a fare la loro parte: il 70,1% è d’accordo a rendere disponibili, per studi, ricerche, sperimentazioni, i propri dati e il 66,2% è convinto che le istituzioni sappiano gestirli nel rispetto della privacy.
Di conseguenza, il 65% è favorevole a fascicoli sanitari digitali allargati, in cui far confluire i propri dati raccolti dalle diverse fonti.
Per il 79,9% degli intervistati è poi prioritario potenziare le competenze degli operatori sanitari e, per il 78,7%, quelle di pazienti e familiari.
C’è fiducia nel futuro del Servizio sanitario nazionale
Il 73,2% degli italiani dichiara di aver fiducia nel Servizio sanitario nazionale della propria Regione e il 61% è anche convinto che nei prossimi anni migliorerà, grazie alle lezioni apprese durante la pandemia.
La richiesta principale è mettere al centro le persone, in modo che servizi, prestazioni e terapie siano modulate sulle necessità di ciascuno.
Il 95,7% degli intervistati chiede, in particolare, di semplificare l’accesso alle cure e il 96,6% di avere sempre gli stessi interlocutori sul territorio.
La sanità, infine, dovrebbe garantire più medici (per il 50,9% degli intervistati), più tecnologie e attrezzature diagnostiche (per il 46,7%), più servizi territoriali (45,3%), più posti letto negli ospedali e più assistenza domiciliare digitale (39,6%), con maggiore sviluppo del teleconsulto e della teleassistenza.
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