L’ossigenoterapia approda al dibattito parlamentare per effetto di una interrogazione di un gruppo di deputati al ministro della Salute, che chiede la garanzia per tutti i pazienti di una tempestiva ricarica delle bombole amche fuori dalle mura di casa.

Interrogazione parlamentare al ministro della Salute sull’ossigenoterapia e la necessità di assicurare la ricaricabilità delle bombole anche fuori casa.

L’ossigenoterapia è un trattamento essenziale per pazienti che soffrono di diverse patologie, sia croniche sia acute. Molte malattie rare polmonari necessitano della somministrazione di una quantità supplementare di ossigeno a scopo terapeutico. Con l’articolo 5-ter “Disposizioni per garantire l’utilizzo di dispositivi medici per ossigenoterapia” del Decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, era prevista la possibilità di ricaricare i presìdi portatili in tutte le strutture pubbliche dotate di impianti di dispensazione dell’ossigeno e in via sperimentale fino all’anno 2022 presso le farmacie territoriali, con l’obiettivo di garantire, alle persone con insufficienze respiratorie acuto-croniche, la possibilità di avvalersi anche in ambiente non domestico del dispositivo che consente la ricarica dell’ossigeno liquido.

L’impossibilità di ricaricare i dispositivi portatili fuori dall’ambiente domestico limita notevolmente la libertà di movimento dei pazienti che necessitano di ossigenoterapia.

Partendo da tale presupposto, un gruppo di deputati del Partito democratico, prima firmataria Elena Carnevali, ha presentato un’interrogazione al ministro della Salute per segnalare come l’attuazione di tale disposizione sarebbe dovuta avvenire con decreto dei Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle finanze, sentite la Federazione dei farmacisti titolari di farmacie private nonché la Federazione nazionale delle farmacie comunali, d’intesa con la Conferenza permanente Stato, Regioni e Province autonome, entro il 31 luglio 2020; nelle more dell’adozione del decreto, il ministro avrebbe potuto provvedere, con ordinanza.

A quasi due anni dal termine previsto per l’emanazione del decreto, questo non è stato ancora adottato né il ministro ha esercitato la possibilità di provvedere con ordinanza (opzione ora non più possibile a seguito del termine dello stato di emergenza – n.d.r.), lasciando i pazienti in ossigenoterapia nell’impossibilità di ricaricare i propri presìdi portatili e limitando notevolmente la loro libertà di movimento.

Alla luce di tali considerazioni i deputati del Pd chiedono al ministro Roberto Speranza quale sia allo stato attuale l’iter per l’emanazione del decreto di cui all’articolo 5-ter del Decreto legge n. 18 del 2020, nell’ambito delle iniziative che il ministro stesso intende adottare affinché i pazienti che necessitano dell’ossigenoterapia possano vivere anche al di fuori delle mura domestiche una vita il più possibile in sicurezza. (PB)

Un recente articolo su interrogazioni parlamentari in materia di sanità è reperibile sul nostro sito qui.