Test Covid positivo? Avvisare subito il paziente
Se riscontra un test Covid positivo, l’operatore sanitario ha l’obbligo di avvertire subito l’assistito dell’esito del tampone. Se non lo fa, rischia il licenziamento in tronco.
L’operatore sanitario che non comunica subito all’assistito l’esito di un test Covid positivo, emerso dal tampone molecolare, rischia il licenziamento in tronco.
In effetti, la circostanza si è verificata ed è stata oggetto di una recente decisione del Tribunale Civile di Pavia, Sezione Lavoro, segnalataci dal magistrato Alfonso Marra, esperto di questioni inerenti al rapporto tra sanità e legge.
La sentenza (la n. 139 del 2022) fissa alcuni principi che interessano da vicino anche i farmacisti vaccinatori (un ruolo ormai acquisito stabilmente per la professione -vedi sul nostro sito qui). Come spiega Marra, il Tribunale di Pavia afferma che per l’operatore sanitario che esegue il tampone molecolare sussiste “un vero e proprio obbligo giuridico di mettere con immediatezza al corrente il paziente della sua positività al Covid 19. Ciò non ha fatto il sanitario pubblico vaccinatore di cui si occupa la sentenza. Questa condotta, per il Tribunale, rappresentava una omessa ottemperanza ai doveri propri dell’attività svolta di particolare gravità, tale da rendere del tutto legittimo il suo licenziamento in tronco “per giusta causa”, irrogato dall’ente di appartenenza. La sua condotta aveva violato tutte le regole giuridiche e anche etiche poste a base del rapporto fiduciario con il paziente”.
Secondo il Tribunale di Pavia, il. comportamento del sanitario, che aveva eseguito il tampone e rilevato il test Covid positivo senza avvertire subito il paziente, risultava particolarmente grave anche per un’altra circostanza: infatti, la persona che si era sottoposta al tampone molecolare era una sua collega, che operava nella stessa struttura pubblica.
“Tacere a essa la positività-osserva Marra, illustrando le conclusioni della sentenza- aveva messo a rischio non solo la sua salute, ma anche quella di tanti ammalati ricoverati nella struttura nosocomiale dove prestava la sua opera professionale”.