Dalla Fip una guida sul diabete per i farmacisti
La Fip, International pharmaceutical federation, ha elaborato un manuale sul diabete per i farmacisti, considerando che il professionista dietro il banco possa avere un ruolo cruciale nel contrasto a una patologia cronica la cui diffusione cresce costantemente in tutto il mondo. Oggi riguarda un adulto su dieci e, secondo l’Oms, nel 2045 potrebbero essere 700 milioni le persone con diabete. In Italia si stima che colpisca circa il 6% della popolazione.
La Fip ha pubblicato una guida sul diabete per i farmacisti per sottolinearne il ruolo nel contrasto a una patologia cronica così importante e in continua e rapida ascesa.
Il manuale si intitola “Knowledge and skills reference guide for professional development in diabetes – A companion to the Fip diabetes handbook for pharmacists 2021” ed è disponibile sul sito della Federazione. È complementare a una precedente guida prodotta l’anno scorso dalla Fip (“A handbook for pharmacists on diabetes prevention screening and management”).
Il testo presenta ciò che il farmacista deve sapere e conoscere sul diabete mellito e indica che cosa può concretamente fare per dare il suo contributo in materia di prevenzione della patologia e delle sue complicanze, di individuazione dei casi non diagnosticati, di gestione della patologia e di aderenza alla terapia da parte dei pazienti. Tutto nell’ambito della collaborazione con i medici all’interno del team diabetologico.
La Fip ricorda che, mentre la mortalità precoce causata da altre malattie croniche non trasmissibili si è negli ultimi anni ridotta, quella riconducibile al diabete è invece aumentata del 5% tra 2000 e 2016.
E il farmacista che cosa può fare? Secondo la Fip, essendo il più accessibile professionista sanitario sul territorio in una comunità, si trova in una posizione ideale per contribuire ad alleggerire il peso di questa patologia. Molti studi dimostrano che una gestione collaborativa del diabete che includa anche i farmacisti può migliorare il controllo glicemico, la presione sanguigna, il controllo dei lipidi, l’efficacia della terapia, l’aderenza del paziente alle prescrizioni del medico, la riduzione degli effetti avversi dei medicinali (si veda in proposito sul nostro sito qui e qui).
Il contributo del farmacista, adeguatamente preparato sul diabete, all’interno del team diabetologico, può portare a un miglioramento della cura e della qualità di vita delle persone e a una diminuzione dei costi sanitari.
Si è visto infatti che il contributo dei farmacisti ha portato a un miglioramento della qualità della vita dei pazienti e a un risparmio sui costi per le cure (la cui principale voce sono le complicazioni di un diabete trascurato o mal curato).
Si deve ricordare che la diffusione del diabete riguarda soprattutto la forma più frequente, il diabete di tipo 2, tra le cui cause e aggravanti vi sono obesità e inattività fisica, problemi legati a comportamenti e stili di vita sbagliati che una buona educazione sanitaria può correggere.
Per questo la Fip (che da sempre è impegnata nella formazione dei farmacisti) è convinta che il ruolo di un farmacista adeguatamente preparato debba essere preso in considerazione in un qualsiasi piano sanitario sul diabete. Sin dal 2011 la Fip ha affermato in un proprio documento ufficiale che la competenza e la preparazione del farmacista possono dare un contributo importante al team sanitario sia nella ottimizzazione della terapia sia nella prevenzione dei problemi correlati ai farmaci.
In questa nuova guida la Fip afferma che il farmacista possiede le conoscenze e gli strumenti per fornire un ampio spettro di servizi per prevenire e identificare i casi di diabete e per favorire la buona gestione della condizione diabetica e supportare le cure stabilite dagli altri membri del team di cura. Il manuale Fip intende rafforzare e accrescere la sua competenza in materia ed espanderne il potenziale.
L’inserimento del farmacista nei team multidisciplinari di cura del diabete dovrebbe, secondo la Fip, essere sempre seriamente considerato dai medici e dalle autorità politiche competenti. L’invito è rivolto anche a quei Paesi dove oggi esistono barriere legislative che ostacolano lo sviluppo dei servizi in farmacia. (SV)