La costante collaborazione medico-farmacista nell’ambito della presa in carico di un paziente rappresenta lo strumento più efficace per curare i cosiddetti “pazienti polimedicati” ovvero coloro che assumono più farmaci contemporaneamente poiché affetti da più patologie. Lo afferma la Danish Health Authority, l’autorità pubblica danese nel settore della salute.

L’autorità pubblica danese per la salute ritiene che la costante collaborazione medico-farmacista sia lo strumento migliore per assistere e seguire i pazienti polimedicati. Lo dimostra la sperimentazione fatta sul campo.

Secondo i dati che si evincono da una recente ricerca, infatti, la cooperazione tra farmacisti e medici di famiglia consente di monitorare al meglio la terapia del paziente, individuare eventuali farmaci ridondanti assunti, interromperne l’assunzione e revisionare il piano terapeutico così da evitare l’insorgere di complicazioni derivanti dall’uso eccessivo o errato di medicinali.

Il sistema di collaborazione medico-farmacista ha già affrontato un test nel dipartimento di ricerca e sviluppo di Pharmakon, istituto universitario danese di scienze farmaceutiche. Nel test i pazienti sono stati monitorati dai farmacisti, i quali, ove necessario, hanno avanzato al medico una proposta di sospensione di medicinali ritenuti ridondanti. Successivamente il medico ha esaminato la proposta e ha deciso se interrompere o meno l’assunzione dei farmaci. In farmacia, poi, si è elaborato un piano per l’interruzione, seguito da una serie di conversazioni per monitorare e supportare il paziente.

Il numero di pazienti polimedicati è aumentato negli ultimi anni e tende ancora ad aumentare e ciò, per il sistema sanitario danese, rappresenta un problema rilevante soprattutto perché impegna notevolmente il medico di base che, in qualità di “guida” del paziente, deve tenere traccia dei molti tipi di farmaci che assume e dei problemi che potrebbero causare.

Appare evidente che, anche e soprattutto in questi casi, la collaborazione del farmacista nel monitoraggio delle terapie e nell’individuazione di assunzione di farmaci ridondanti o meno efficaci, è ampiamente funzionale al miglioramento della cura del paziente. (RDA)

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