Il sistema di tracciabilità dei farmaci è al centro di una interrogazione del deputato di Forza Italia Luca Squeri al ministro della Salute e a quello per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr. Secondo il deputato, il sistema italiano è efficace e merita di essere salvaguardato.

In una interrogazione alla Camera il deputato Squeri chiede ai ministri competenti di tutelare il sistema italiano di tracciabilità dei farmaci, che si è dimostrato valido ed efficace.

Il deputato di Forza Italia sottolinea come, nelle attività di analisi, controllo e indirizzo della spesa farmaceutica pubblica, assumano grande rilevanza le informazioni che scaturiscono dal sistema di tracciatura dei medicinali adottato a decorrere dal 2001 grazie al comma 1 dell’articolo 40 della Legge del 1° marzo 2002 n. 39, che ha introdotto un articolo specifico nel Decreto legislativo n. 540 del 1992 sull’etichettatura dei medicinali.

Il decreto del ministro della Salute del 15 luglio 2004 ha previsto l’istituzione, presso l’Agenzia italiana del farmaco, di una banca dati centrale finalizzata a monitorare le confezioni dei medicinali all’interno del sistema distributivo.

Le differenze rispetto al sistema di tracciatura europeo, che sarà in vigore dal 2025

Il punto centrale delle rilevazioni ai fini della integrale tracciabilità dei farmaci e del controllo della spesa è il codice identificativo, in abbinamento con il numero dell’autorizzazione all’immissione in commercio, come stabilito dal Ministero della Salute, poi riportato sul bollino ottico che contrassegna ogni confezione di medicinali. Attualmente il bollino ha una vigenza garantita fino al 2025, quando entrerà in vigore il sistema di tracciatura europeo.

Tale passaggio -denuncia Squeri– potrebbe creare problemi nel processo informativo sui flussi dei consumi dei farmaci in Italia. Molte specifiche del sistema attuale di tracciabilità rischierebbero di andare perdute, in quanto la codifica europea non prevede l’uso di elementi anticontraffazione specifici e non realizza la tracciabilità completa nella filiera del farmaco.

Un recente studio dell’Istituto poligrafico e zecca dello Stato ha evidenziato la possibilità di trovare soluzioni alternative e di tipo ibrido che, senza perdere il valore di accertamento dei flussi per qualità e valore, non infrangerebbe sostanzialmente il necessario adeguamento alla normativa europea.

Il deputato di Forza Italia evidenzia la necessità che “l’Italia mantenga l’invidiabile primato di essere il Paese con minor quantità di farmaci contraffatti in circolazione, oltre a una elevata capacità di contrasto in relazione ai furti di farmaci”.

Pertanto, chiede ai ministri interrogati se non ritengano opportuno adottare le necessarie iniziative in sede europea al fine di salvaguardare gli elementi essenziali dell’attuale sistema di tracciabilità italiano, che permetterebbero di proseguire il processo di tracciabilità del farmaco secondo i criteri indicati nel Decreto ministeriale 15 luglio 2014 e, nel contempo, rispettare i flussi informativi richiesti dall’Unione Europea. (PB)

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