Meridiano Sanità: Ssn non più sostenibile se non si interviene
Il rapporto “Meridiano Sanità”, elaborato da The European House – Ambrosetti, presentato a Roma pochi giorni fa, lancia l’allarme: il nostro Ssn non più sostenibile se non si faranno interventi correttivi sostanziali adeguati rispetto alle tendenze economiche, sociosanitarie e demografiche attualmente individuabili. Si stima che nel 2050 la spesa sanitaria arriverà a 220 miliardi di euro, corrispondenti al 9,5% del Prodotto interno lordo (oltre due punti percentuali in più rispetto a oggi, 2022). Cifre che, secondo il rapporto, non assicurano la sostenibilità del sistema.
Meridiano Sanità lancia l’allarme: se non si interviene sui vari fattori critici che caratterizzano la situazione attuale, avremo un Ssn non più sostenibile.
Vediamo, in sintesi, alcune delle principali problematiche, evidenziate da “Meridiano Sanità”, che hanno ripercussioni sul sistema sanitario italiano (a proposito del quale il rapporto non manca di sottolineare, una volta di più, il cronico divario tra le diverse regioni e aree).
Ambiente: la cattiva qualità dell’aria causa in Italia il 17% dei decessi dovuti all’inquinamento in Europa.
Eventi catastrofici: l’Italia ha un alto impatto negativo di terremoti, alluvioni, incendi per scarsità di investimenti nella prevenzione.
Ricerca: la spesa in ricerca e sviluppo rappresenta l’1,53% del Pil contro una media europea del 2,31% (dato 2020).
Povertà: l’Italia è tra i sei Paesi con maggior numero di persone a rischio di povertà ed esclusione sociale (dietro Romania, Bulgaria, Grecia, Spagna e Lettonia).
Stato di salute della popolazione: ancora migliore rispetto alla media europea, ma insidiato dall’aumento di patologie croniche importanti, connesse all’invecchiamento demografico e ai fattori di rischio per la salute.
Funzionamento del sistema sanitario: nella media europea per quanto riguarda l’efficienza e l’efficacia dei servizi sanitari e delle cure erogate, ma con risorse economiche inadeguate.
Rapporto spesa sanitaria-Pil: l’Italia è indietro rispetto ai maggiori Paesi d’Europa con il 7,2%, mentre la Germania è all’11% e la Francia al 10,3%. Si prevede che nel 2050 sarà al 9,5%, maggiore di oggi, ma sempre inferiore a Germania e Francia.
Equilibrio economico: secondo “Meridiano Sanità”, i livelli odierni di spesa italiani non sono compatibili con l’invecchiamento demografico e il calo della natalità, che comporta riduzione del numero di occupati e conseguente diminuzione dei contributi alla sanità.
Che cosa si può fare per invertire la tendenza
Le indicazioni del rapporto suggeriscono come intervenire per correggere una situazione al momento preoccupante. Si tratta di agire insieme su pressione fiscale, flussi migratori, età pensionabile, forza lavoro e tasso di occupazione.
Le risorse messe a disposizione dal Pnrr (18,51 miliardi di euro) saranno un elemento prezioso per rafforzare e modernizzare tutto il sistema sanitario, investendo sulle strutture territoriali e sulla digitalizzaziome.
Fondamentale sarà intervenire sulla prevenzione delle malattie: riduzione dei fattori di rischio e miglioramento delle diagnosi precoci, che permettono di ridurre il peso delle patologie non trasmissibili (come il cancro e le malattie cardiovascolari e cerebrovascolari), che oggi sono responsabili del 93,3% delle morti.
Per le malattie infettive, invece, come dimostrato anche da Covid-19, occorre potenziare le politiche vaccinali, visto che per nessuna vaccinazione si raggiunge oggi la soglia del 95% indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Importante inoltre contrastare il fenomeno della antimicrobico-resistenza, che vede purtroppo l’Italia tra i Paesi più colpiti.
Secondo il rapporto, l’Italia ha tutte le potenzialità per evitare lo scenario di un Ssn non più sostenibile, se saprà muoversi lungo le linee di intervento indicate.
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