Corte Ue: uno Stato può vietare pubblicità di farmaci non corrette
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito il principio che uno Stato membro può vietare pubblicità di farmaci che possono alimentare un uso irrazionale, e quindi pericoloso per la salute, del medicinale.
Secondo la Corte di Giustizia Ue, sono leciti eventuali divieti posti dagli Stati nazionali a forme di pubblicità di farmaci che possano favorire un uso irrazionale e quindi pericoloso del medicinale, facendo leva su sconti e riduzioni di prezzo.
La sentenza della Corte risale allo scorso dicembre 2022 e riguarda la pubblicità di farmaci non soggetti a rimborso e i divieti connessi all’attività di promozione. Alla Corte era stato chiesto, da un Tribunale della Lettonia, se uno Stato membro possa vietare la diffusione di pubblicità che incoraggino l’acquisto di farmaci promettendo riduzioni di prezzo in caso di futuri acquisti di singoli farmaci o di questi insieme con altri prodotti.
Una catena di farmacie lettoni, infatti, offriva un sconto del 15% sul prezzo d’acquisto di qualunque farmaco in caso di acquisto di almeno tre prodotti, ma questa forma di pubblicità di farmaci è vietata secondo il diritto lettone perché incoraggerebe un consumo irrazionale di medicinali e quindi l’autorità sanitaria locale aveva bloccato la promozione.
Secondo la società di farmacie, il divieto non sarebbe stato lecito, perchè limitava il diritto dell’azienda di fare pubblicità, andando arbitrariamente oltre l’elenco delle forme di pubblicità oggi vietate dal diritto europeo.
Le argomentazioni della Corte Ue
La Corte di Giustizia ha dato ragione alle autorità della Lettonia, ritenendo che la pubblicità di farmaci basata su sconti e riduzioni di prezzo al superamento di un certo livello di spesa, come avviene per comuni beni di consumo, possa portare a un uso irrazionale e potenzialmente pericoloso di medicinali, anche perché non sempre i consumatori sono in grado di valutare consapevolmente la loro efficacia terapeutica e possono essere indotti a un non corretto ed eccessivo impiego del medicinale, con possibili rischi per la loro salute.
Secondo la Corte, l’attuale normativa dell’Unione non impedisce a uno Stato membro di stabilire divieti ulteriori rispetto a quelli già elencati dal diritto europeo, qualora si tratti di vietare pubblicità che potrebbero favorire l’uso irrazionale dei farmaci tramite la spinta al loro acquisto utilizzando esclusivamente la leva del prezzo.
Per approfondire l’argomento, si veda la Circolare di Federfarma 3/2023 nell’area riservata del sito. Un articolo correlato potete trovarlo sul nostro sito qui.