Non autosufficienti: i dimenticati della sanità
Sono già 2,9 milioni gli italiani non autosufficienti (e potrebbero diventare, in una popolazione che invecchia, 5 milioni nel 2030) e appena il 3% degli over 65 gode ora di assistenza domiciliare integrata.
In Italia vi sono quasi tre milioni di persone non autosufficienti e i ricoveri ospedalieri aumentano, perché l’assistenza domiciliare integrata è ben poco sviluppata.
È quanto scrive Paolo Russo su “La Stampa” del 23 gennaio (“I dimenticati della sanità”), evidenziando come per 97 di loro su 100 l’Adi rimanga un miraggio. Secondo un’indagine del Coordinamento nazionale delle famiglie con disabilità (Confad), già durante la pandemia il 65% degli intervistati ha dichiarato di non avere avuto nessun contatto con i centri di riferimento, e così sono mancati loro i servizi di fitoterapia, logopedia, infermiere, operatore sociosanitario. Nel 74% dei casi non si garantiva neppure un’assistenza da remoto, ed è risultato che i servizi del territorio nell’80% dei casi non erano previsti o erano stati interrotti. E l’esperienza dimostra che quando manca l’assistenza domiciliare aumentano i ricoveri.
Disparità regionali nella Adi: il Molise meglio del Lazio
Ma com’è la situazione a livello territoriale? Gli ultimi dati disponibili risalgono purtroppo al 2019 e, quindi, la situazione potrebbe essere oggi anche peggiore, dopo la pandemia. Comunque sia, la percentuale di over 65 trattati in assistenza domiciliare integrata era del 5,1% in Molise, del 4,4% in Sicilia, del 4,1% in Basilicata e del 3,9% in Veneto e Abruzzo. Come fanalini di coda troviamo invece la Provincia di Bolzano (0,2%), la Valle d’Aosta (0,6%), la Calabria (1,2%), la Puglia (2%) e il Lazio (2,1%).
L’impegno delle farmacie nella consegna domiciliare dei farmaci
A fronte di tanta inefficienza, vale però la pena di ricordare come almeno le farmacie si impegnino nel garantire, fin dal 2015 e su tutto il territorio nazionale, la consegna domiciliare dei farmaci alle persone inabili e non autosufficienti (numero verde Federfarma 800.189521).
Ai non autosufficienti Adi con il contagocce
Dall’inchiesta de “La Stampa” emerge che, anche laddove l’Adi funziona, l’assistenza arriva con il contagocce: all’estero si prevedono 20 ore minime mensili, per assicurare al non autosufficiente di non peggiorare, mentre in Italia in media se ne offrono 18. Secondo poi un report dell’Osservatorio malattie rare, il 31,2% dell’Adi viene assicurato da strutture private, il 49% dal Ssn (che però spesso si appoggia a queste), mentre il 19,8% viene sotto forma di voucher o assegni. Si evidenzia, però, anche il bisogno di personale meglio formato e accreditato, per poter garantire la qualità dell’assistenza fornita.
L’opportunità del Pnrr
Un aiuto potrebbe ora venire dal Pnrr, che stanzia 2,7 miliardi di euro per portare almeno al 10% la quota di over 65 assistiti a domicilio. Finanziamento che dovrebbe anche permettere di implementare l’offerta di servizi e di formare infermieri e fisioterapisti oggi difficili da trovare.
Peraltro, ai 2,7 miliardi di euro del Pnrr bisogna aggiungere altri 300 milioni di euro per riconvertire parte delle Rsa in appartamenti attrezzati per gli anziani disabili e altri 830 milioni per favorire la socializzazione degli anziani che vivono da soli. “Perché anche la solitudine -conclude Paolo Russo- può diventare una malattia”.
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