La pandemia ha provocato non poche conseguenze anche nella logistica del farmaco, modificando sia i flussi della distribuzione, sia soprattutto aumentando il numero dei colli e il peso movimentato. Rispetto al 2019, prima cioè di Covid-19, le spedizioni dalla distribuzione primaria (cioè i depositari dell’industria) sono incrementate del 16,1%, mentre il numero dei colli è aumentato del 9,2% e il loro peso del 16,1%. Ma, secondo i dati del centro studi del Consorzio Dafne, l’Associazione che riunisce 200 imprese dell’industria e della distribuzione healthcare, sono soprattutto cambiati i destinatari dei farmaci partiti dai depositari dell’industria, con una crescita delle consegne dirette in farmacia.

Una ricerca del Consorzio Dafne sulla logistica del farmaco rileva alcuni interessanti cambiamenti in corso nell’era post-Covid: aumentate le consegne dirette dalle aziende farmaceutiche alle farmacie, diminuite quelle verso i grossisti.

Secondo Dafne, sempre rispetto al 2019, l’ospedale rimane la principale destinazione (47%, contro il 46% del 2019), mentre sono diminuite le consegne ai grossisti (dal 28% al 21%, sette punti in meno) e, invece, sono aumentate quelle alle farmacie (dal 25% al 30%, cinque punti in più). Aumentate risultano anche le consegne dell’home delivery, passate dall’1% al 2%.

Oggi, quindi, la situazione è la seguente: nel 2022 sono partite dalla distribuzione primaria 6,8 milioni di spedizioni, per un totale di 47 milioni di colli e un peso di 398mila tonnellate. Variata è anche la consegna dei farmaci a basse temperature, che trova riscontro anche nell’aumento, durante la pandemia, del consumo dei farmaci di automedicazione. Nel 2022, infatti, è diminuita dal 3% all’1% la quantità dei farmaci a 0° e dal 15% al 14% quella delle specialità da 2° a 8°, mentre è aumentato, dal 78% all’81% il trasporto dei prodotti sotto i 25°.

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Come si giustifica questo aumento delle consegne dirette alle farmacie? Secondo il presidente di Assoram, Pierluigi Petrone, le aziende produttrici hanno presidiato il canale farmacia, sempre aperto, e continuano a farlo, e poi ora c’è forte competizione tra i marchi e prevalgono i prodotti maturi: “presidiare il canale significa avere posizioni di vantaggio”.

Ma Stefano Golinelli, segretario di Federfarma Servizi precisa: gli acquisti diretti raggiungono soltanto poche farmacie di grandi dimensioni, mentre i grossisti riforniscono tutte le farmacie: “così c’è il rischio di far mancare la capillarità della distribuzione”. E poi precisa su Pharmacy Scanner: “Le cooperative non hanno mai fatto mancare prodotti e consegne nonostante il lockdown e l’emergenza sanitaria. L’impegno delle farmacie è stato premiato con la remunerazione aggiuntiva, noi distributori non abbiamo ricevuto nulla”.

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