Farmacia: una risorsa contro le lunghe liste d’attesa
Di lunghe liste d’attesa per esami e prestazioni sanitarie del Ssn ormai parlano tutti: il problema è molto serio, perché sta mettendo a rischio la effettiva tutela della salute dei cittadini, che spesso si scoraggiano e rinunciano a visite e controlli. Oppure si vedono costretti a pagare tutto di tasca propria, se possono permetterselo. Lo ha denunciato recentemente l’indagine Dataroom-Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), lo ha ribadito ora anche l’Istat. Tra le possibili risposte a quella che sta diventando un’emergenza si sta facendo strada l’idea di utilizzare la farmacia intesa in senso pieno come “farmacia dei servizi”.
Prende piede l’idea della farmacia dei servizi come risorsa da utilizzare per ridurre le lunghe liste d’attesa per esami e prestazioni sanitarie del Ssn, un problema che mette a rischio la salute dei cittadini.
I termini della questione li ha chiariti lo scorso 8 marzo l’Istat in una audizione in Commissione Affari sociali e Sanità del Senato, presentando alcune percentuali significative: nel 2022, le prestazioni sanitarie ai cittadini, rispetto al periodo pre-Covid, sono passate dal 42,3% del 2019 al 38,8% per visite specialistiche, dal 35,7% al 32% per accertamenti diagnostici. Nell’Italia meridionale la riduzione è del 5%. Il calo riguarda tutte le fasce d’età, ma soprattutto gli anziani, con riduzioni del 6% per le donne.
Accade infatti che le lunghe liste d’attesa inducano molte persone a rinunciare a visite e cure, non potendo sostenere le spese dell’alternativa privata. “Chi può paga e gli altri aspettano” era il titolo dell’articolo del Corriere della Sera in cui Milena Gabanelli e Simona Ravizza commentavano i dati di Dataroom-Agenas puntando l’indice su un fondamentale nocciolo della questione.
Per l’Istat, i pazienti che hanno deciso di pagarsi interamente le prestazioni per evitare la lunga attesa sono infatti aumentati nel 2022 dal 37% al 41,8% per le visite specialistiche, dal 23% al 27,6% per gli accertamenti diagnostici.
Tra le cause del problema, si segnalano l’aumento delle richieste e, quindi, del volume di attività post-Covid, la cronica carenza di medici, la preferenza, da parte delle strutture private convenzionate, a favorire le prestazioni a pagamento rispetto a quelle con il Ssn.
“Ma c’è la farmacia”, suggerisce l’editoriale di Farma Mese 3/2023, che può dare un importante contributo alla riduzione delle liste d’attesa come erogatrice di servizi qualificati sul territorio.
Marco Cossolo (Federfarma): convenzionare i servizi di telemedicina in farmacia per garantire a tutti il diritto a prestazioni sanitarie qualificate e ridurre le liste d’attesa.
“In farmacia -ha commentato il presidente di Federfarma Marco Cossolo, intervistato sul numero 3 di Farma 7– si possono fare elettrocardiogrammi, holter pressori e holter cardiaci. Sono circa 8.000 le farmacie che attualmente garantiscono ai cittadini prestazioni sanitarie di telemedicina in tempo reale. Parliamo di teleconsulti e telerefertazioni da parte di medici specialisti, con uniformità di raccolta dei dati sanitari, di dotazione di apparecchiature elettromedicali di tipo ospedaliero, consentendo anche l’alimentazione di un unico database condiviso, nel rispetto della normativa in materia di tutela dei dati personali. I dati dimostrano che la farmacia è un presidio di prossimità territoriale tecnologicamente avanzato, efficiente ed efficace, anello di congiunzione tra Servizio sanitario nazionale e cittadini. I servizi di telemedicina, che sono più che triplicati dal 2021 a oggi, rappresentano un fondamentale strumento per rendere l’assistenza sanitaria più vicina e accessibile al cittadino rispondendo puntualmente ai suoi bisogni di salute”.
Sfruttando la rete delle farmacie, dunque, secondo Cossolo, si può contribuire a superare l’attuale disparità nell’accesso ai servizi sanitari, aumentando esponenzialmente i punti di offerta dei servizi sanitari sul territorio, e garantendo così a tutti i cittadini il diritto di usufruire di un servizio veloce con elevati standard qualitativi. Convenzionare i servizi in farmacia permetterebbe di ridurre le lunghe liste di attesa.
Piattaforma nazionale di telemedicina: firmato l’accordo
Sempre in questi giorni, l’8 marzo, alla presenza del ministro della Salute Orazio Schillaci, è stato siglato il contratto nazionale per l’affidamento in concessione della “Progettazione, realizzazione e gestione dei Servizi abilitanti della Piattaforma nazionale di Telemedicina Pnrr” – Missione 6 Componente 1 subinvestimento 1.2.3 “Telemedicina” per un valore di 250 milioni di euro tra Agenas e il Raggruppamento Temporaneo di Impresa (RTI) Engineering Ingegneria Informatica e Almaviva.
Secondo il ministro della Salute, “la piattaforma nazionale di telemedicina ci permetterà di vincere la sfida per il superamento delle diseguaglianze nell’offerta delle prestazioni e dell’assistenza tra le diverse aree territoriali. Grazie alla piattaforma i professionisti sanitari potranno disporre di nuovi strumenti validati per operare efficacemente in ogni processo individuale e multidisciplinare e allo stesso tempo verrà anche migliorata l’accessibilità dei pazienti alle cure e alle prestazioni. Saremo quindi in grado, grazie alla telemedicina, di dare risposte tempestive e di qualità alla domanda di servizi sanitari sul territorio. Questo si tradurrà in un significativo alleggerimento della pressione sugli ospedali e sui Pronto Soccorso spesso oberati da richieste inappropriate che finiscono col ripercuotersi negativamente sulla possibilità di assicurare nei tempi giusti gli interventi e le prestazioni necessarie a chi ne ha reale necessità”.
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