L’Agenzia italiana del farmaco ha deciso di sospendere l’uso di un antivirale contro Covid-19, Lagevrio (Molnupiravir), in seguito al parere del Comitato per i medicinali di utilizzo umano (Chmp) dell’Ema, secondo il quale, dalla valutazione dei dati disponibili, non è possibile concludere che il farmaco possa ridurre il rischio di ospedalizzazione o decesso o abbreviare la durata della malattia o i tempi di ricovero in adulti a rischio di patologia grave. Inoltre, non è stato possibile identificare uno specifico gruppo di pazienti in cui sia dimostrato un rilevante beneficio clinico.

Aifa, in base al parere dell’Ema, ha deciso di sospendere l’utilizzo del medicinale antivirale contro Covid-19 Lagevrio (Molnupiravir): non è dimostrato un beneficio clinico in termini di riduzione della mortalità e dei ricoveri ospedalieri.

Come spiega l’Aifa sul proprio sito, Molnupiravir era stato inizialmente reso disponibile, per il trattamento di Covid-19 lieve-moderato, tramite autorizzazione alla distribuzione in emergenza.  Ora però, la valutazione negativa dell’Agenzia europea per i medicinali ha indotto, lo scorso 10 marzo, la Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana a sospendere l’uso dell’antivirale contro Covid-19.

Aggiunge, peraltro, Aifa, sulla scorta del parere dell’Ema, che “non sono stati rilevati particolari problemi di sicurezza collegati al trattamento”.

Attualmente, dunque, ricorda l’Agenzia, in Italia sono stati finora autorizzati due antivirali per il trattamento della malattia da Coronavirus 2019 (Covid-19) negli adulti che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che presentano un elevato rischio di sviluppare una forma severa di Covid-19: Veklury (Remdesivir) di Gilead Sciences, a somministrazione endovenosa e Paxlovid (Nirmatrelvir/Ritonavir) di Pfizer Europe MA EEIG, a somministrazione orale.

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