Medici di famiglia a pagamento? Interrogazione al ministro
L’ipotesi di medici di famiglia a pagamento approda in Parlamento in una interrogazione al ministro della Salute Orazio Schillaci della deputata di Alleanza Verdi e Sinistra Luana Zanella, suscitata dalla notizia della istituzione di una rete di centri di prime cure da parte di una società privata.
Un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute contesta l’ipotesi di medici di famiglia a pagamento.
La deputata Zanella si è rivolta al ministro della Salute facendo, appunto, riferimento alla notizia pubblicata sul sito Gazzettino.it, il 18 ottobre 2022, riguardante l’istituzione di una nuova rete di centri di prime cure, ovvero di medici di famiglia e infermieri a pagamento, attività privata messa in piedi dalla società MipMedical a Treviso, per far fronte alla carenza di mmg. In questi studi medici opererebbero giovani dottori non ancora specializzati, già impegnati come sostituti di medici di famiglia o nelle unità speciali per il Covid. Il prezzo per una visita generalista è di 20 euro.
Secondo Zanella, “l’avvento della figura del medico di famiglia a pagamento, che ha fatto la sua comparsa nel trevigiano su iniziativa privata, disegna una grave deriva, proprio nel momento di maggiore crisi economica che investe anche la società veneta. La sanità come bene comune sta diventando sempre di più un bene per pochi. Se passa l’idea che i cittadini devono pagare il ticket per avere accesso alle prestazioni del medico di famiglia, il sistema, che doveva essere gratuito e universalistico, sarà superato definitivamente, per responsabilità e inerzia della Regione”.
“La Fimmg Veneto -prosegue l’interrogazione- ha chiesto alla Regione di fermare queste iniziative commerciali, affermando che i medici di medicina generale del Veneto non hanno deciso di offrire prestazioni a pagamento alla popolazione e intendono al contrario rimanere una risorsa del Servizio sanitario nazionale pubblico, trattandosi di un’iniziativa privata, libero professionale e commerciale che nulla ha a che vedere con la medicina generale e con gli scopi del Servizio sanitario nazionale e regionale”.
Zanella: deve essere il Servizio sanitario nazionale pubblico a erogare e garantire servizi sanitari essenziali, contrastando efficacemente i percorsi di privatizzazione.
A fronte di tale situazione, Zanella chiede al ministro della Salute se non ritenga urgente adottare iniziative, per quanto di competenza, affinché in luogo del sostegno all’avvio di tali attività, sia il Servizio sanitario nazionale pubblico a erogare e garantire servizi sanitari essenziali, contrastando efficacemente i percorsi di privatizzazione che si sono già evidenziati in ambito ospedaliero e ambulatoriale. (PB)
Un articolo correlato potete trovarlo sul nostro sito qui.