Federfarma soddisfatta per la sentenza del Tar sulla Tariffa nazionale
Federfarma ha espresso la propria soddisfazione per la sentenza del Tar del Lazio sul Decreto del 2017, che ha aggiornato la Tariffa nazionale per la vendita al pubblico dei medicinali (ne abbiamo parlato sul nostro sito qui). Con la Circolare 128/2023 (reperibile sul sito nell’area riservata), la Federazione sottolinea come il Tribunale amministrativo (con la Sentenza 3980 del 9 marzo 2023) abbia accolto le ragioni della Federazione dei titolari e del Ministero della Salute in difesa del decreto, confermandone la validità e respingendo le motivazioni dei ricorrenti.
Apprezzamento di Federfarma per la sentenza del Tar Lazio, che ha confermato la validità del Decreto del 2017, che ha aggiornato la Tariffa nazionale per la vendita al pubblico dei medicinali, accogliendo le ragioni della Federazione e del Ministero. Per Federfarma, il Tar ha riconosciuto che la nuova disciplina garantisce capillarità del servizio e tutela della salute dei cittadini.
Il Dm del 2017 -riassume Federfarma- prevede per i farmaci preparati in farmacia in modo estemporaneo integrale, sia per uso umano sia veterinario, un nuovo metodo di determinazione del prezzo, aggiornando le relative tariffe. Inoltre, prevede il diritto addizionale per i farmaci dispensati durante l’orario notturno, durante il turno notturno effettuato a “battenti chiusi” o “a chiamata”.
Secondo Federfarma, la sentenza ha affermato “la legittimità del decreto con motivazioni molto interessanti, che hanno inteso cogliere appieno la ratio sottesa alla nuova disciplina, posta a tutela della capillarità del servizio farmaceutico e di conseguenza della salute dei cittadini”.
Infatti, alle tesi dei ricorrenti, secondo cui il decreto avrebbe limitato la concorrenza con la fissazione delle tariffe e l’aumento delle stesse avrebbe danneggiato i pazienti, il Tar ha risposto affermando invece che “i meccanismi di maggiorazione del prezzo connessi ai parametri dell’orario e della correlata oscillazione dei costi del lavoro, come pure della dislocazione territoriale, sono funzionali alla capillare diffusione del servizio”.
Inoltre, secondo il Tribunala amministrativo, la maggiorazione dei prezzi collegata ai costi si è resa indispensabile, in quanto “il turno notturno costituisce un’attività certamente antieconomica a fronte della generale liberalizzazione degli orari di apertura per le farmacie e parafarmacie, con il rischio concreto che esso non venga più offerto”.
Le argomentazioni del Tar in favore delle farmacie rurali
Un’altra parte della sentenza del Tar su cui Federfarma richiama in particolare l’attenzione riguarda le farmacie rurali, per le quali, nell’aggiornamento della Tariffa nazionale, il Dm prevedeva maggiorazioni specifiche per il turno notturno. Il Tribunale, respingendo il ricorso presentato, ha ritenuto valida questa misura.
Secondo il Tar, infatti, “è evidente come, in considerazione della loro collocazione in zone svantaggiate, esse sono meno appetibili in una logica di mercato, ma svolgono un ruolo fondamentale per il Ssn in quanto garantiscono effettivamente a tutti i cittadini parità di livelli di prestazioni.”. Conseguentemente, senza il nuovo decreto, che stabilisce specifiche maggiorazioni, “non sarebbe possibile garantire il diritto alla salute e si verificherebbe la concentrazione nelle zone più affollate e negli orari più redditizi”.
Pertanto, “la tariffa non può essere considerata alla stregua di un trattamento differenziato e ingiustificato in favore di alcuni operatori e a detrimento di altri, laddove invece rappresenta la remunerazione per il servizio notturno imposto dall’autorità territoriale al fine di garantire il presidio farmaceutico durante la notte in tutte le zone”.