Egualia ha pubblicato il suo Rapporto annuale sul mercato italiano dei farmaci generici-equivalenti 2022. I dati (elaborati su fonte Iqvia) mostrano un comparto che non esprime ancora tutte le sue potenzialità e anzi sembra “sospeso tra stagnazione e depressione”.

Il Rapporto Egualia 2022 sui generici-equivalenti mostra un mercato che cresce in confezioni vendute, ma cala in termini di incidenza percentuale.

In sintesi -dice il Rapporto di Egualia– nel 2022, nel canale delle farmacie aperte al pubblico, i generici-equivalenti hanno assorbito il 22% del totale del mercato a confezioni, con una crescita in valore assoluto del numero delle confezioni, ma una flessione in termini di incidenza percentuale (-0,6%) causato dalla crescita maggiore del segmento branded. In  valore rappresentano invece il 14,81% del mercato.

L’89% delle confezioni vendute è classificato in classe A (totalmente rimborsabile dal Ssn), dove si concentra l’82% del giro d’affari del comparto, che vale 1,6 miliardi di euro.

In particolare, su un totale di 1,8 miliardi di confezioni di farmaci venduti in farmacia i generici-equivalenti rappresentano il 19,5% delle vendite in classe A, il 2,2% in classe C e appena lo 0,3% nell’area dell’automedicazione. A valori, invece, rispetto a un giro d’affari complessivo in farmacia di 10,7 miliardi di euro, i generici-equivalenti incidono per il 12,1% della spesa in classe A, per il 2,4% in classe C e appena per lo 0,1% nell’area dell’automedicazione.

Egualia sottolinea che “i cittadini hanno speso ancora una volta poco più di un miliardo di euro di tasca propria per ritirare il brand off patent -più costoso- invece che il generico-equivalente, interamente rimborsato dal Ssn”.

Secondo il rapporto, inoltre, gli equivalenti rappresentano il 29% del mercato complessivo dei farmaci fuori brevetto contro il 71% detenuto dai brand a brevetto scaduto.

Anche per quanto riguarda l’impiego ospedaliero, le tendenze prevalenti sono simili: si registra infatti la predominanza dei prodotti in esclusiva, titolari dell’86,2% del giro d’affari nel canale ospedaliero contro il 7,8% dei brand a brevetto scaduto e il 6,1% dei generici-equivalenti.

Le differenze regionali in Italia: più generici al Nord

Come sempre in Italia, anche su questo fronte si registrano rilevanti differenze regionali. Il ricorso ai generici-equivalenti da parte dei cittadini è decisamente maggiore al Nord (38,8% a unità e 31,5% a valori), rispetto al Centro (28,2% a unità e 24,7% a valori) e al Sud (23% a unità e 20,2% a valori). La media nazionale è del 31,1% a confezioni e del 26,4% a valori.

L’incidenza maggiore dei consumi di generici- equivalenti si registra nella Provincia autonoma di Trento (43,8%), in Friuli Venezia Giulia (40,9%) e in Piemonte (39%). In coda troviamo Calabria (21,3%), Campania (21,4%) e Sicilia (22%).

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