Sul numero 10 di “Farma 7”, in arrivo in questi giorni nelle farmacie, si parla approfonditamente, nella sezione “Rcerche e documenti”, di telemedicina in farmacia, con un testo elaborato da Federfarma che analizza tutte le potenzialità di sviluppo che si profilano per la professione in un campo che sta già dando importanti risultati.

Sul “Farma 7” in arrivo, un ampio documento di Federfarma sulle notevoli potenzialità di espansione della telemedicina in farmacia.

Il documento di Federfarma che troverete su “Farma 7” accompagna l’iniziativa di censimento dei servizi di telemedicina in farmacia già esistenti e di quelli che molte farmacie sono disposte ad attuare per ampliare un’offerta che piace ai cittadini e che contribuisce alla maggiore efficienza e accessibilità del Servizio sanitario nazionale.

La visione di Federfarma di una farmacia come vera “unità sanitaria di base”, nell’ottica della farmacia dei servizi, identifica nella telemedicina in farmacia un autentico valore aggiunto nel quadro di una riorganizzazione dell’assistenza territoriale in cui il ruolo del farmacista sarà necessariamente rafforzato.

Accanto all’analisi di Federfarma, potrete leggere anche i risultati di una ricerca dell’Osservatorio Sanità digitale della School of management del Politecnico di Milano sul tema collegato del cammino della digitalizzazione in sanità in Italia.

L’intervista al sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato

Da segnalare, sempre sul numero 10 di “Farma 7”, l’intervista al sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, molto attento alle problematiche che riguardano la farmacia. Anche lui sottolinea l’importanza della telemedicina in farmacia nella riorganizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale in Italia.

È importante, inoltre, evidenziare le considerazioni di Gemmato su un altro argomento che sta a cuore ai farmacisti, la Legge 405 e la distribuzione diretta: “C’è la necessità di ripensare la Legge 405/2001, che ritengo ormai anacronistica -afferma infatti il sottosegretario- vista l’inadeguatezza della cosiddetta distribuzione diretta dei farmaci attraverso le farmacie ospedaliere, che sono l’antitesi all’assistenza di prossimità al cittadino a cui invece auspichiamo, perché queste tipologie di farmacie sono spesso distanti dai luoghi di residenza dei cittadini e con orari di apertura troppo ristretti”.

“Secondo il mio punto di vista -precisa Gemamto- ritengo che in ospedale debbano essere distribuiti soltanto i farmaci complessi, mentre tutto il resto deve passare dalle farmacie distribuite sul territorio, che siano comunali, private o private convenzionate. In questo modo, si faciliterebbe la vita ai cittadini e soprattutto ai pazienti fragili, che potrebbero così approvvigionarsi dei medicinali in maniera comoda. Al contempo, le farmacie e i farmacisti potrebbero ritornare ad avere un ruolo di massima prossimità assistenziale”.