La Ue contro la resistenza antimicrobica: meno consumi, più ricerca
Il 1° giugno l’Unione Europea ha adottato le Raccomandazioni per una risposta coordinata dell’Ue alle minacce sanitarie poste dalla resistenza antimicrobica (Amr). Nella risoluzione, approvata con 525 voti a favore, due contrari e 33 astensioni, gli eurodeputati hanno affermato che per affrontare con successo l’Amr è necessario un uso prudente degli antibiotici nell’uomo e negli animali, buone misure di prevenzione e controllo delle infezioni e una maggiore ricerca e sviluppo di nuovi antimicrobici e di loro alternative. Se le misure raccomandate agli Stati membri si rivelassero insufficienti, sarebbe necessaria un’ulteriore azione legislativa a livello europeo.
La Raccomandazione approvata dalla Ue prevede “Piani d’azione nazionali” contro la resistenza antimicrobica, come priorità delle politiche sanitarie pubbliche degli Stati membri.
I Paesi Ue sono quindi invitati a istituire, attuare e aggiornare regolarmente (almeno ogni due anni) “Piani d’azione nazionali” contro la resistenza antimicrobica, come priorità delle loro politiche sanitarie pubbliche.
Particolarmente interessante la richiesta inoltrata alla Commissione di istituire una banca dati a livello europeo per poter disporre di dati in tempo reale a supporto delle politiche pubbliche sull’uso prudente degli antimicrobici.
“L’uso di antibiotici deve essere ulteriormente ridotto, sia nella prescrizione umana sia nella salute animale. È importante rafforzare l’approccio One Health, che ci permette di considerare la salute come un pacchetto completo che comprende l’ambiente, la salute umana e la salute animale“, ha dichiarato l’eurodeputato socialista Tiemo Wölken durante un dibattito con la commissaria per la Salute Stella Kyriakides lo scorso 1° giugno.
Ridurre i consumi di antibiotici, promuoverne l’uso appropriato, prevenire le carenze, incentivare la ricerca
Se da un lato la riduzione dell’uso di antibiotici è parte della soluzione, dall’altro si sottolinea anche la necessità di ricerca sugli antibiotici. E, oltre alla ricerca e alla necessaria condivisione dei dati scientifici alla base dell’approvazione di nuovi farmaci innovativi, i deputati hanno sottolineato l’importanza di coordinare le iniziative nazionali in materia di produzione, approvvigionamento e stoccaggio, al fine di prevenire le carenze di medicinali e migliorare in modo significativo la continuità delle forniture di antimicrobici all’interno dell’Unione.
La riforma della legislazione farmaceutica europea
“Con l’attuale uso degli antibiotici siamo finiti in un vicolo cieco. Abbiamo bisogno di un diverso metodo di trattamento, [dobbiamo] garantire una ricerca continua sugli antibiotici nell’Ue“, ha sottolineato Wölken. La commissaria Kyriakides si è detta d’accordo, sottolineando che la riduzione dell’uso degli antimicrobici avrà comunque un impatto sui volumi di vendita e sul ritorno degli investimenti per i titolari delle Aic ed è per questo che la Commissione propone, all’interno della riforma sulla legislazione farmaceutica, una sperimentazione di 15 anni di un “sistema di voucher per l’esclusività dei dati trasferibili” per i nuovi antibiotici, al fine di incentivarne lo sviluppo. La Kyriakides l’ha definita “una misura forse pionieristica a livello mondiale“.
In pratica, il voucher garantirà un anno aggiuntivo di protezione dei dati a chi ha sviluppato la ricerca del nuovo antibiotico, che potrà essere utilizzato per uno dei suoi prodotti o venduto a un altro titolare di Aic.
Sebbene sostenuto dall’industria, il sistema è contestato anche da alcuni stakeholder, tra cui l’Associazione dei consumatori dell’Unione Europea Beuc, che ha definito i voucher “un grande errore“, che finirebbe per danneggiare i pazienti e i mercati perché darebbero a chi ha sviluppato la ricerca la possibilità di estendere il periodo di esclusività su un altro farmaco di loro scelta, in tal modo compromettendo gli altri vantaggi della riforma della legislazione farmaceutica. (EP)
Gli obiettivi della Ue contro la resistenza antimicrobica da raggiungere entro il 2030
Per il 2030 sono stati fissati a livello dell’Unione Europea diversi obiettivi, definiti insieme all’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Eccoli.
- una riduzione del 20% del consumo complessivo di antibiotici negli esseri umani
- almeno il 65% del consumo complessivo di antibiotici negli esseri umani dovrebbe essere efficace (uso dell’antibiotico giusto)
- una riduzione delle infezioni provocate da 3 batteri chiave resistenti agli antibiotici, obiettivo che si applicherà principalmente agli ospedali