Telemedicina in farmacia: Federfarma risponde al Cimest
Federfarma risponde al Cimest (Coordinamento intersindacale di medicina specialistica ambulatoriale di territorio) sulle prestazioni di telemedicina in farmacia, su cui si è innescata una polemica dopo una intervista del “Sole 24 Ore” al sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
Il sottosegretario sosteneva, riferendosi come esempio alla Liguria, la possibilità di garantire in farmacia analisi di base in convenzione con il Ssn per cui chi deve fare un elettrocardiogramma, un holter cardiaco o pressorio può andare dal farmacista con la ricetta del medico. Secondo Gemmato, ciò contribuirebbe ad abbattere le liste d’attesa.
Inoltre, per il sottosegretario, le farmacie possono essere preziose anche nel prendersi carico dei malati cronici e nel fornire servizi di telemedicina in farmacia in quelle aree del Paese dove l’ospedale è lontano e per un anziano può essere utile avere un primo referto senza doversi spostare.
L’intervista è stata commentata con toni molto critici da Salvatore Gibbino e Salvatore Calvaruso, rappresentanti del Cimest: a loro avviso, l’erogazione di prestazioni specialistiche in convenzione in farmacia presentando la ricetta porterebbe verso una indebita trasformazione dei farmacisti in medici specialisti. Per il Cimest, le lunghe liste di attesa si combattono invece dando le risorse necessarie agli specialisti professionalmente abilitati.
Federfarma ha replicato al Cimest con un comunicato stampa di oggi, 6 luglio, nel quale chiarisce che non c’è nessuna idea di trasformazione dei farmacisti in medici specialisti né di commistione o confusione di ruoli, ma che l’orientamento delle norme sulla farmacia dei servizi e delle linee di indirizzo sulla telemedicina porta invece verso una piena e proficua collaborazione tra tutti i professionisti della sanità sul territorio. Riportiamo qui il testo del comunicato di Federfarma (consultabile anche sul sito).
“Orgogliosi di collaborare insieme agli altri professionisti sanitari del territorio per la salute della collettività”
In riferimento alle dichiarazioni rilasciate dai coordinatori del Cimest (Coordinamento intersindacale di medicina specialistica ambulatoriale di territorio) Salvatore Gibiino e Salvatore Calvaruso, Federfarma osserva che le prestazioni di telemedicina citate rientrano nella normativa sulla farmacia dei servizi, prevista dal D.lgs. n. 153 del 2009.
Oggi la farmacia garantisce, anche sulla base del quadro normativo di riferimento che ha ampliato le previsioni del D.lgs. n. 153/2009 in tema di farmacia dei servizi le seguenti prestazioni:
- Dispensazione assistita del farmaco, consultazione e farmacovigilanza;
- Esecuzione di test diagnostici e vaccinazioni;
- Screening di prevenzione;
- Diagnostica strumentale (Ecg, holter pressorio, holter cardiaco, spirometria, etc);
- Servizi di front office (Cup, attivazione Fse, rinnovo esenzioni, etc.).
Tali attività, insieme alla potenzialità delle farmacie in termini di strutture, dotazioni tecnologiche, livello di digitalizzazione ed effettuazione di nuovi servizi, portano a eleggere la farmacia come uno dei pilastri della ristrutturazione dell’assistenza di prossimità orientata verso un nuovo modello di Ssn, incentrato sul territorio e sulle reti di assistenza sociosanitaria.
Non c’è quindi nessuna trasformazione del farmacista in medico specialista, in quanto la norma esiste dal 2009 e in tutti i casi i servizi come Ecg e holter sono refertati da specialisti. Per cui non c’è nessun mutamento nelle attribuzioni professionali né, tantomeno, alcuna forma di abuso di esercizio della professione. Oggi i servizi di telemedicina sono disponibili in oltre 7.000 farmacie e spesso hanno consentito di salvare vite umane, anche nelle aree più interne del Paese, lontane dalle strutture sanitarie pubbliche.
Federfarma non ha mai chiesto alcuna forma di esclusiva, né ha mai preteso che le farmacie individuassero i pazienti per i quali è necessario effettuare un Ecg. Lo dimostra l’esempio della Regione Liguria -cui si riferisce il sottosegretario Marcello Gemmato nell’intervista al “Sole 24 Ore”- dove è il medico a prescrivere l’esame che poi viene eseguito in farmacia. Ciò esclude ogni conflitto d’interesse.
Stupisce che dei professionisti qualificati facciano affermazioni completamente prive di aderenza alla realtà.
Il commento del presidente Cossolo
“Non mi sarei mai aspettato che riconosciuti professionisti sanitari definissero le farmacie come ‘empori’, perché le farmacie -che, ricordo, hanno annoverato tra i propri professionisti numerosi morti durante il Covid- si sono distinte dapprima per aver contribuito grandemente al tracciamento dei contagi erogando tra il 70 e l’80% di tamponi anti-Covid, poi per aver partecipato in maniera massiccia alla campagna vaccinale. Così come si sono messe a disposizione stampando un numero rilevante di green pass” afferma il presidente di Federfarma Marco Cossolo.
“Nel rispetto delle diverse professionalità e dello spirito di collaborazione che contraddistingue la nostra categoria, sarebbe opportuno evitare di citare esempi che non rappresentano l’attività delle farmacie”, prosegue Cossolo.
“Stiamo lavorando con orgoglio insieme a tutti i professionisti al rafforzamento della rete assistenziale territoriale, grazie all’interconnessione digitale, per la tutela della salute dei cittadini”, conclude il presidente di Federfarma.
Le Linee di indirizzo nazionali sulla telemedicina, pubblicate dal Ministero della Salute, richiamano la farmacia come possibile player proprio perché, per le caratteristiche già riconosciute dal Legislatore, è in grado di garantire l’equità di accesso all’assistenza sanitaria, agevolando le prestazioni sul territorio e nelle aree remote, evitando così i trasferimenti, la continuità delle cure, direttamente al domicilio del paziente; l’efficacia, l’efficienza, l’appropriatezza, permettendo lo scambio di informazioni tra professionisti e il monitoraggio delle terapie, nonché contribuendo a diminuire i tempi di attesa.