L’indagine “Outlook Salute 2023” di Deloitte sull’opinione degli italiani sulla sanità mostra che i cittadini hanno una percezione più positiva di quella privata rispetto a quella pubblica: richiesti di esprimere un voto da 1 a 10, in media accordano la mera sufficienza (6,3) al Ssn, mentre alla privata danno un più soddisfacente 7. Un campanello d’allarme per chi amministra il nostro sistema sanitario, anche perché questa valutazione indica un peggioramento del giudizio dei cittadini in confronto all’anno scorso.

La terza edizione di “Outlook Salute” di Deloitte registra il voto degli italiani sulla sanità pubblica e privata: soltanto 6 alla prima e 7 alla seconda. Positivo invece il giudizio sulla farmacia, vero “presidio medico di prossimità”.

Nel complesso, l’inchiesta (“Outlook Salute Italia – Prospettive e sostenibilità del Sistema Sanitario”) rileva che i cittadini, pur non bocciando il sistema, denunciano difficoltà e disagi, a cominciare dalle lunghe liste d’attesa per le prestazioni del Ssn. Tra i vari punti critici emersi dall’indagine, troviamo una percentuale significativa di persone (sopra il 30%) che rinuncia a curarsi per motivi economici e una scarsa conoscenza dell’impatto del Piano di ripresa e resilienza sulla sanità. Spicca invece la crescente importanza riconosciuta al ruolo delle farmacie.

Vediamo in sintesi alcuni dei risultati più rilevanti dell’inchiesta di Deloitte sulle valutazioni degli italiani sulla sanità.

Giudizi e comportamenti dei cittadini

  • Nel 2022 è diminuito il ricorso ad alcune importanti prestazioni sanitarie rispetto agli anni precedenti: medici di famiglia e pediatri (dal 64% nel 2019 al 48% nel 2022); diagnostica strumentale (dal 50% al 41%); cure odontoiatriche (dal 44% al 36%); esami di laboratorio (dal 66% al 59%).
  • Il 32% degli adulti italiani dichiara di avere dovuto rinunciare a prestazioni sanitarie nell’ultimo anno; di questi, il 61% dice di averlo fatto per motivi economici.
  • Cala l’utilizzo della sanità pubblica e parallelanente aumenta il ricorso a quella privata: in particolare, diminuzioni vistose si rilevano negli esami di laboratorio (-24% rispetto al 2021) e nei piccoli interventi ambulatoriali (-22%). Anche altri servizi -visite specialistiche, diagnostica strumentale, accesso a strutture protette- registrano cali significativi nel ricorso alle strutture pubbliche.
  • Curca il 30% degli interpellati ignora gli effetti che il Pnrr potrebbe avere sulla sanità. Tra chi è più informato, la metà pensa che l’impatto sarà positivo.
  • La digitalizzazione della sanità è sempre più familiare agli italiani: uno su 4 ha acquistato beni sanitari con l’e-commerce; più di 1 adulto su 3 usa dispositivi e app per il monitoraggio della salute; il 76% dichiara di conoscere il Fascicolo Sanitario Elettronico (e il 44% lo ha utlizzato nel 2022). Peraltro, la maggioranza ritiene che il contatto diretto medico- paziente non possa essere sostituito dal rapportto digitale a distanza.
  • I lunghi tempi di attesa per le prestazioni sono uno dei problemi pià spesso segnalati dai cittadini.
  • Aumenta l’accesso ai servizi erogati dalle farmacie. Tra chi ha usufruito di una prestazione sanitaria nel 2022, uno su due lo ha fatto in farmacia, considerata come ” uno dei presidi medici di prossimità”.
  • La fascia degli italiani più giovani dichiara di ricorrere alla farmacia per supporto sanitario, sspecialmente per consulenze e per analisi base, mentre tra gli over 65, uno su 3 dichiara di rivolgersi a una farmacia per questo tipo di prestazioni.
  • Risulta aumentato l’utilizzo di polizze salute, tornato ai livelli pre-Covid.