Disponibilità di nuovi farmaci: prima la Lombardia, ultima la Sardegna
Non sempre le Regioni sanno stare al passo con i progressi della ricerca e della produzione farmaceutica, come dimostra la diversificata disponibilità di nuovi farmaci che i diversi servizi regionali riescono a garantire ai loro assistiti. L’Osservatorio Iqvia -osserva un’analisi di Motore Sanità– rileva che nel 2022 a livello nazionale sono state rimborsate 73 nuove indicazioni terapeutiche -principalmente in oncologia (24) e onco-ematologia (9)- e 26 nuovi principi attivi, di cui 7 caratterizzati da innovatività piena e 5 da innovatività condizionata. Ebbene, a livello regionale, al 1° gennaio 2023 il tasso di disponibilità dei nuovi farmaci rimborsati varia dal 4% della Sardegna al 96% registrato in Lombardia, con una media nazionale che si attesta a circa il 50%. Dietro la Lombardia, troviamo Liguria e Piemonte (71%), poi Sicilia (67%), Puglia (63%) e Toscana (63%).
La disponibilità di nuovi farmaci in Italia non è la stessa in tutte le Regioni: le più virtuose sono Lombardia, Liguria, Piemonte, Sicilia, Puglia e Toscana. Fanalino di coda è la Sardegna.
Notevoli differenze si registrano, sempre tra le diverse Regioni, anche nei tempi medi di accesso ai farmaci. Per esempio, secondo Iqvia, i farmaci ospedalieri (fascia H), dopo l’approvazione alla rimborsabilità da parte di Aifa, vengono resi disponibili in tempi che variano dai 3 ai 5 mesi.
Sempre meglio rispetto al 2020, quando le differenze andavano in media dai 3 ai 9 mesi, ma anche ora queste diverse tempistiche non trovano giustificazione, e, comunque sia, provocano nei pazienti un’indebita variabilità nei tempi d’accesso al farmaco.
Inoltre, aumentano ancor più i tempi di disponibilità dei farmaci orfani e, in alcune Regioni, dei farmaci con registri di monitoraggio e Mea associati, probabilmente legati a una maggiore complessità gestionale (per esempio -precisa ancora Motore Sanità- per la definizione dei centri prescrittori, per le procedure autorizzative per i clinici prescrittori, per l’implementazione dei sistemi di monitoraggio e di valutazione dei consumi e dei payback).
Sono problemi che contrastano con il positivo scenario offerto dall’innovazione scientifica e dal progressivo sviluppo della ricerca in Italia. Nel 2021, per esempio, sono stati avviati quasi 4.000 studi clinici di fase 2 e fase 3, soprattutto in oncologia e, inoltre, il Fondo sanitario nazionale prevede nel 2024 nuovi finanziamenti fino all’8,1%.
Le prospettive, quindi, sono molto lusinghiere, tali da consigliare un’attività regionale più rapida e uniforme, oltre a finanziamenti ancor più sostenuti, sia per supportare tanta innovazione, sia a garanzia di una sempre maggiore appropriatezza prescrittiva, che i farmaci innovativi garantiscono.