La Conferenza Stato-Regioni ha approvato il Piano vaccinale nazionale 2023-2025, che vede coinvolte in prima linea le farmacie, ormai parte essenziale della rete di prevenzione vaccinale dopo l’emergenza pandemica che le ha viste protagoniste.

Pubblicata in Gazzetta Ufficiale l’intesa sottoscritta dalla Conferenza Stato-Regioni sul “Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv) 2023-2025“.

Federfarma ha segnalato la notizia con la Circolare 393/2023 (a cui si rimanda, per approfondimenti, sul sito, nell’area riservata), sottolineando che “il Piano dedica attenzione e riconoscimento al ruolo svolto durante l’emergenza Covid-19 dalle farmacie, ribadendo che tale esperienza ha portato a piena maturazione il coinvolgimento dei farmacisti e delle farmacie nella rete di prevenzione vaccinale”.Secondo Federfarma, la somministrazione di vaccini antinfluenzali e contro Covid-19 costituisce oggi, “un’attività professionale che valorizza eminentemente il ruolo del farmacista e della farmacia territoriale”.

Gli obiettivi del Piano

Il Piano vaccinale vaccinale 2023-2025 individua gli obiettivi da raggiungere, che, in sintesi, sono i seguenti.

  • Mantenere lo status polio-free
  • Raggiungere e mantenere l’eliminazione di morbillo e rosolia
  • Rafforzare la prevenzione del cancro della cervice uterina e delle altre malattie Hpv correlate
  • Raggiungere e mantenere le coperture vaccinali target rafforzando governance, reti e percorsi d prevenzione vaccinale
  • Promuovere interventi vaccinali nei gruppi di popolazione ad alto rischio per patologia, favorendo un approccio centrato sulle esigenze del cittadino/paziente
  • Ridurre le diseguaglianze e prevedere azioni per i gruppi di popolazione difficilmente raggiungibili e/o con bassa copertura vaccinale
  • Completare l’informatizzazione delle anagrafi vaccinali regionali e mettere a regime l’anagrafe vaccinale nazionale
  • Migliorare la sorveglianza delle malattie prevenibili da vaccino
  • Rafforzare la comunicazione in campo vaccinale
  • Promuovere nei professionisti sanitari la cultura delle vaccinazioni e la formazione in vaccinologia

Le criticità da superare

Per realizzare questo scopi occorre peraltro affrontare alcuni punti critici da risolvere, che riguardano innanzitutto le disomogeneità territoriali caratteristiche dell’Italia. Vediamoli.

  • Disomogeneità tra le procedure e l’offerta vaccinale in ogni Regione e P.A.
  • Mancato raggiungimento dei valori target delle coperture vaccinali, con disomogeneità tra le Regioni
  • Difformità nell’organizzazione e gestione del processo vaccinale, inclusa la registrazione delle vaccinazioni effettuate sul territorio nazionale
  • Difficoltà logistiche e organizzative da parte delle amministrazioni sanitarie locali per garantire l’erogazione e la piena fruibilità delle vaccinazioni inserite nel calendario vaccinale
  • Necessità di revisione e aggiornamento dei Lea

Il documento sottolinea quindi “la necessità di reingegnerizzare i modelli organizzativi, le modalità operative, gli strumenti per il monitoraggio e per la valutazione dei processi, per giungere a una unitarietà e a una omogeneità dell’attività vaccinale sull’intero territorio nazionale, in ottemperanza dei Lea, per evitare disparità tra Regioni/P.A. e/o all’interno della medesima Regione/P.A. attraverso un’appropriata allocazione ai servizi vaccinali di strutture idonee e di risorse umane adeguate sia sanitarie sia non sanitarie”.