La XII Commissione Affari sociali della Camera, prima della pausa estiva, ha deliberato di svolgere un’indagine conoscitiva sulla situazione della medicina dell’emergenza-urgenza e dei pronto soccorso in Italia.

Sovraffollamento, carenza di personale, tempi lunghi di attesa, ricorsi impropri al pronto soccorso: parte un’indagine conoscitiva decisa dalla XII Commissione Affari sociali della Camera per superare le criticità.

Tra i temi che la Commissione intende approfondire, nell’ambito dell’indagine, oltre alla carenza di personale e alla criticità delle condizioni di lavoro, vi sono il sovraffollamento delle strutture di emergenza-urgenza e dei pronto soccorso e i tempi di attesa. Il pronto soccorso dovrebbe assorbire prevalentemente, se non quasi esclusivamente, la domanda di emergenza e urgenza. Invece, i numeri elevati degli accessi riflettono una diversa tipologia di bisogni, indicando come i pronto soccorso rappresentino anche il primo sintomo di ciò che non funziona nel sistema di accesso e presa in carico di bisogni non urgenti o che, comunque, potrebbero trovare una risposta differente a livello di assistenza sanitaria.

In un contesto, come quello attuale, in cui il normale funzionamento del pronto soccorso viene messo in crisi dalla sproporzione tra la domanda di assistenza sanitaria, eccessiva e spesso impropria, costituita dall’elevato numero di pazienti in attesa e in carico, e l’insufficiente presenza delle risorse umane, tecnologiche e strutturali disponibili e necessarie a soddisfarla, si parla di sovraffollamento (overcrowding).

Tra le diverse cause che determinano situazioni di sovraffollamento, la Commissione ha individuato: il progressivo invecchiamento della popolazione, che ha determinato un aumento di pazienti affetti da malattie croniche e, di conseguenza, un maggior numero di accessi al pronto soccorso a seguito della riacutizzazione delle stesse e della mancata presa in carico dalla medicina territoriale; la presenza di pazienti provenienti dalle aree extracomunitarie, talvolta privi di assistenza sanitaria; i tempi lunghi nello scorrimento delle liste d’attesa per prestazioni specialistiche; la mancanza di cultura nel paziente di distinguere un bisogno di assistenza sanitaria importante e urgente da un sintomo non significativo, che può essere affrontato in sede di medicina generale; l’incremento degli accessi in determinati periodi dell’anno, legato alla stagionalità di fattori epidemiologici e alla mobilità della popolazione (per esempio, periodo influenzale oppure periodi di vacanza e turismo); la carenza di posti letto disponibili nei reparti di degenza causata dalla difficoltà a garantire un turnover adeguato. (PB)